mercoledì 20 febbraio 2013
In pagina cavalcate di presunti fatti "lastricati" di opinioni: come l'Inferno. Su "Repubblica" tra storia, fantasia, chiacchiere, leggende e colore, scorribande quotidiane di Agostino Parravicini Bagliani, sempre allegro come un venditore di fazzoletti colorati a Porta Portese, che racconta briciole di "storia" ridotte a storielle. Domenica per esempio (p. 15) – «L'ultima casa di Benedetto… ma vicino al nuovo Papa» – raccontava eccitato tanti secoli per arrivare a «Due papi in Vaticano?», attribuendo a «Benedetto XVI la volontà di lanciare segnali di modernità». Vero miracolo su quelle pagine, in ritardo di decenni: lì da sempre la certezza che Joseph Ratzinger fosse il campione della restaurazione medievale oscurantista. Non vale più. Meno male. Seguiva, colore del pezzo, una serie di "rivelazioni" fatte di «forse», «sembra», «prefigurazioni», «agioscopio» con nutrita corte di punti interrogativi e vaticinio conclusivo: «Le immagini di due papi conviventi in uno stesso luogo… non soltanto terranno all'erta l'opinione pubblica mondiale, ma almeno così si può immaginare... (il) palazzo apostolico ne risulterà in qualche modo ridimensionato nella sua identità simbolica». Per Parravicini Bagliani «si sta aprendo una nuova fase storica anche per il Vaticano come luogo residenziale»! Pagina "favolosa", sospesa tra cronaca e fantasia, storia e chiacchiere. Meglio però – detto con rammarico – di ricostruzioni in cui firme stimate paiono sorprendentemente farsi contagiare dalla ricerca del meglio del peggio. Ieri per esempio – "Corsera", p. 13: «La scelta del Papa… Dallo Ior all'Idi… Porporati perplessi per la corsa alle nomine» – Massimo Franco offriva una collana di dicerie e colore, tutta «fruscii» e «veleni», porpore «raffinate» e addirittura «trincee» scavate per resistere a «qualunque insidia» che «dovesse provenire dal successore di Benedetto XVI». Addirittura! Una guerra preventiva? Sì, e non è satira.
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