venerdì 8 novembre 2013
“Corsera”, 6/11, p. 11, titolo per Maria Volpe: «Il legale cattolico che litiga con Domenica In». È noto che in Rai i "litigi" con i "legali" sono pane quotidiano, e allora in quel titolo la parola che conta è "cattolico". Già: l'avvocato Giancarlo Cerrelli era stato invitato a "Domenica In" da Mara Venier per discutere sulla legge detta "antiomofobia", ma si è scoperto che era cattolico! Legale e cattolico: col rischio che avanzasse alcune tra le tante riserve mosse anche in Parlamento!… E allora? Allora testuale: «Alcuni rappresentanti del Movimento 5 Stelle e Sel avevano protestato ufficialmente», quindi invito ritirato. In trasmissione si è parlato lo stesso di omosessualità? Sì, e senza il "cattolico"! Censura? Macché! Leggi la Volpe e capisci che per lei è ovvio che un cattolico, come tale, su certi argomenti non debba parlare in pubblico. Se le tenga per sé, il "legale" cattolico, le sue opinioni, ma a "Domenica In" no! Hanno ragione i «rappresentanti» di una, anzi di due, parti politiche, e nessuno si lamenti! La Venier poi, che aveva invitato «il legale cattolico», ha cambiato opinione e aggiunge un po' sbrigativa che «questo signore evidentemente ha bisogno di visibilità. Se ci sarà bisogno lo inviterò». Ecco, per ora nella Tv pubblica occorre ascoltare tutti eccetto i cattolici, che come tali ovviamente non debbono parlare. Vera "censura" anticipata: la legge ancora non c'è, ma in Rai già niente spazio a chi la ritiene inopportuna, superflua, male indirizzata e col vero rischio di far diventare "reato" un'opinione espressa senza asprezza sulla realtà dell'omosessualità, non un giudizio sugli omosessuali, e con pieno rifiuto di ogni violenza. Per quelle voci silenzio "preventivo". Vero che nella vita Don Bosco preferiva il metodo preventivo, ma non pare pensasse alla Rai. Qui è vera "censura".
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