venerdì 21 novembre 2008
«Cattolico di rito scoutistico, non teme di dissentire dalle parole dell'attuale pontefice in materia di medicina e di bioetica». Ieri su "Magazine" " pp. 104/107: «Io scienziato credente, ma"» " Vittorio Zincone inizia così l'oceanica intervista al sen. Ignazio Marino che risponde franco, salvo quando dice «non mi sento di commentare il Santo Padre». Questo però proprio mentre dichiara Benedetto XVI in contrasto con Giovanni Paolo II sull'accertamento della morte prima dell'espianto di organi. Invece il contrasto non esiste: c'è solo una raccomandazione di ovvia prudenza che da implicita diventa esplicita. In realtà il punto è un altro. Pare diventato un rito: il sen. Marino viene usato " e si lascia usare senza mai avanzare precisazioni " da chi su tutto vuole esattamente l'opposto di quanto affermato dalla dottrina cattolica, cosa che in democrazia è ovviamente lecita. Ma non basta: chi usa le parole del "cattolico" senatore Marino vuole anche, e fortissimamente, che la sua posizione, opposta a quella di Papi, vescovi e credenti in genere, diventi legge civile, e poiché non riesce ad ottenere la maggioranza in Parlamento, se la prende sempre coi preti e con la Chiesa proprio usando parole e opinioni del sen. Marino, che non protesta mai, non puntualizza, non chiarisce" E qui è il punto. Chiamare sempre «etica della responsabilità» " quindi nobile e moderna " la posizione opposta a quella della Chiesa, definita sempre come «etica dei precetti» " quindi servile e antiquata " non è un bel gioco. E spiace vedere un cattolico, sia pure «di rito scoutistico», cascarci senza mai un sussulto"
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