Emarginata per la sua fede, è la prima santa pellerossa
mercoledì 17 aprile 2019
Là dove i muri tra persone, popoli e culture sembrano insormontabili il Vangelo con la sua radice di vita abbatte le barriere e sana le ferite. Lo testimonia la storia di santa Caterina (o Kateri) Tekakwitha, prima santa pellerossa, giovane volto di santità citata anche da papa Francesco nell'esortazione "Christus vivit". Nata nel 1656 a Osserneon (nei pressi di Auriesville, New York), era figlia di padre irochese pagano e madre algonchina cristiana. Da piccola Caterina rimase sfigurata dal vaiolo, malattia che la privò della madre a quattro anni. Il seme della fede, però, crebbe in lei, anche se questo le costò l'emarginazione e la persecuzione da parte del suo popolo. Accolta all'inizio da uno zio, rifiutò un matrimonio combinato e dovette fuggire in Canada, in un villaggio fondato dai Gesuiti. Qui si fece battezzare e divenne vergine consacrata. Morì nel 1680.
Altri santi. Sant'Innocenzo di Tortona, vescovo (IV sec.); san Roberto di Molesme, abate (1024-1111).
Letture. Is 50,4-9; Sal 68; Mt 26,14-25.
Ambrosiano. Gb 42,10-17; Sal 118,169-176; Tb 7,1a-b.3-8, 8; Mt 26,14-16.
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