lunedì 24 giugno 2002
San Padre Pio arriva anche sui settimanali, e sull"Espresso (27/6) a Giorgio Bocca cede la diga della sopportazione. Ne esce un pezzo dal titolo soave, «Chiesa show e profumo di viole», ma dal contenuto metà catastrofico, metà autobiografico e metà chiromantico. Tre metà? Sì: le prime due sono una sola. Parte subito, Bocca, rifiutando i «rottami superstiziosi del cattolicesimo popolare» di cui era piena piazza San Pietro. Segue requisitoria: lui vede la Chiesa in crisi drammatica, innanzitutto perché Giovanni Paolo II è troppo anziano e visibilmente sofferente. Forse " a Bocca viene un lampo di genio " ciò ricorda il Crocifisso? Certo, ma non gli basta, e continua secco: la situazione di oggi per l"intera Chiesa cattolica è catastrofica: «difficile come fu solo alla caduta dell"Impero romano». Capperi! Per lui oggi «la Chiesa vive nella paura» del futuro ed «esita ad affidarsi alle scelte di un Dio che appare sempre più indifferente alle umane faccende». Oltre «lo spettacolo di Roma» " è la sentenza finale " c"è il nulla! Leggi, resisti all"ondata che ti sommerge, ma poi rifletti. Uno: Bocca è del 1920, stesso anno del Papa. Due: ma davvero oggi la Chiesa " la Chiesa! " è così in crisi? All"inizio del 1800 Napoleone, portando via da Roma il Papa prigioniero, disse così al cardinale Consalvi: «Entro venti anni avrò distrutto la Chiesa»! E quello rispose: «Maestà, non ci siamo riusciti noi preti in 17 secoli" Non ci riuscirà neppure lei». Si sa come è finita. Coraggio!
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