martedì 20 ottobre 2020
Prima sono stati coinvolti nella coltivazione della vigna, curando ogni dettaglio al fianco degli operai, e ora hanno vendemmiato. L'ultimo passo è preparare un ottimo vino. A lavoro, con piglio da professionisti, i detenuti del carcere di Catanzaro coinvolti in uno dei tanti progetti mirati a prepararli a una vita fuori dalle celle, a cominciare da trovare un lavoro. «L'agricoltura ha fatto parte sia dell'attività trattamentale che dell'attività specificamente ergoterapica dei ristretti con problemi psichiatrici», ha commentato la direttrice della casa circondariale, Angela Paravati, la quale ha aggiunto come «il nostro istituto ha avviato un rapporto di collaborazione con l'azienda vitivinicola Dell'Aera, di Soveria Simeri, che ha dato la disponibilità di trasformare quest'uva di ottima qualità in bottiglie di buon vino: un particolare ringraziamento va a Matteo e al suo staff». Grazie al lavoro dei detenuti, affiancati dall'assistente capo coordinatore Francesco Cosentino, è stata bonificata inoltre un'area molto grande che sarà destinata anch'essa alla coltivazione dell'uva. Quanti sono reclusi nel penitenziario catanzarese, tra l'altro, possono anche frequentare l'Istituto tecnico agrario cittadino.
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