sabato 30 maggio 2015
Un caschetto capace di salvare i capelli di chi si sta sottoponendo a sedute di chemioterapia per combattere un tumore. È la sperimentazione che – con successo – si sta effettuando allo Ieo di Milano, l'Istituto europeo di oncologia. «L'85% di chi l'ha sperimentato si è detto soddisfatto e non ha avuto bisogno di parrucche», ha spiegato Paolo Veronesi, direttore di Chirurgia senologica dell'Irccs. Il “caschetto salva-chioma” si indossa prima, durante e dopo la chemio. «In Ieo siamo i primi e gli unici in Italia a valutare questo modello – precisa Veronesi –. Funziona raffreddando il cuoio capelluto grazie a un avanzato sistema refrigerante al quale è collegato. Inducendo una vasocostrizione il freddo diminuisce la perfusione di sangue e il metabolismo, frenando localmente l'attività distruttiva del farmaco sui bulbi piliferi». Un'idea non nuova, ha ammesso il chirurgo: «Risale alla metà degli anni Sessanta, però i risultati ottenuti con diversi tipi di copricapo finora sono stati poco soddisfacenti». Un rimendio non ancora per tutti ma rivolto, per ora, ad alcune tipologie di paziente. «Va detto – puntualizza l'esperto – che non tutti i pazienti hanno le indicazioni al trattamento con il caschetto, perché il successo è legato alla tipologia e al protocollo chemioterapico, alla dose, al tempo di infusione e alle caratteristiche individuali della persona. Dopo il gruppo pilota continueremo a studiare questo strumento per perfezionarlo ed estenderne al massimo l'utilizzo». Un piccolo-grande passo per chi è già costretto a sottoporsi al faticoso persorso di una chemio.
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