domenica 2 novembre 2014
Falegnami ma non solo. C'è molto di più dietro al progetto che ha portato dieci detenuti del carcere di Monza a conseguire l'attestato di “operatore del legno”. C'è un'idea che va ben oltre le sbarre.Nei mesi scorsi sono stati selezionati i dieci cui è stato proposto di conoscere e imparare l'antica arte del “Legnameè”, dal nome della falegnameria gestita da Cooperativa Sociale 2000 del Consorzio Ex.it di Monza, che con i suoi volontari da anni è attiva nel penitenziario monzese. Attraverso la “dote formazione e lavoro soggetti deboli” finanziato dalla Regione Lombardia, l'ente formativo “Immaginazione è Lavoro” in collaborazione con Cooperativa Sociale 2000 ha predisposto il percorso di formazione di 150 ore, durante il quale i reclusi – grazie alla moderna attrezzatura del laboratorio del carcere – hanno realizzato arnie per apicoltura e vassoi con la tecnica dell'intarsio. Si sono destreggiati tra proiezioni ortogonali ed essenze del legno, incastri e intagli. Il risultato è stata un'esperienza di valore formativo, professionale e umano. Durante la cerimonia di consegna degli attestati, gli allievi hanno voluto ringraziare la direttrice dell'istituto, Maria Pitaniello, donandole uno stupendo vassoio. Poco più di un mese fa protagoniste erano state le detenute che avevano presentato i prodotti del loro orto: insalata, patate, zucchine coltivati con passione.Progetti questi che, oltre a qualificare la giornata del detenuto, consentono di aprire la strada al futuro reinserimento nella società.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI