sabato 10 marzo 2018
Perché hai cercato la morte, sola, alla luce del primo mattino quando il paese ancora dormiva? Avevi pianto da giovane nella tua terra lontana dove avevi imparato ad accettare la povertà, gli inverni freddi sotto la neve e ad amare gli alberi che fiorivano in primavera sulla tua strada. Ho visto le tue mani cucire abiti che mettevi con orgoglio mentre impastavi fiori di zucchero per gli amici che ti avevano accolto come una loro figlia.
Anche dopo un giorno di fatica il tuo viso sorrideva, ma non sembrava felice, forse la vita ti aveva chiesto troppo. Ma ora tutti ci chiediamo perché hai legato quel laccio attorno al collo finché ti togliesse l'aria e il respiro. Quale buio ha invaso la tua mente, quale pena ha colpito il tuo cuore gentile, non lo sapremo mai. Il Signore solo era vicino a te nel momento nel quale avevi deciso di abbandonare la vita. Egli ha accolto la tua debolezza, il tuo silenzioso ignoto dolore che ognuno di noi porta nel cuore a un certo punto della vita e ti ha aiutato ad affrontare il passaggio all'eternità anche così, senza la carezza di qualcuno.
Allora scopriamo quanto sia immenso lo spazio dell'animo umano, senza precisi confini, senza reali e provate sicurezze. Ci è stata promessa la luce eterna, ma come è difficile per noi che restiamo sempre più soli immaginare la suprema bellezza di un amore eterno. Il lungo pianto di coloro che ti hanno amato si sentirà nelle pianure e nelle valli della tua Romania come l'eco del dolore della tua famiglia anche se sappiamo che il tuo animo è nella pace.
Niente di più posso dirti giovane amica perché ci siamo conosciute solo nelle brevi stagioni d'estate quando nel piccolo giardino del paese trentino fiorivano e si contendevano il posto gerani, viole del pensiero e piccoli ciuffi di margherite. Se il dolore o la delusione non ci vendono raccontati o non li abbiamo visti da vicino nei nostri giorni, già distratti da notizie anche lontane che i mezzi di oggi portano alla nostra porta, possiamo non vedere la pena di chi ci vive accanto ma teme di parlare di se stesso. Quella che chiamiamo «buona educazione» a volte ci impedisce di condividere con altri il nostro dolore... Le lacrime dell'anima che non hanno grida né colore possono lasciare ferite senza tempo che sembrano scomparire, ma poi ritornano
senza avviso quando non hai niente che ti possa difendere. Allora se sei forte puoi reagire uscendo dalla tua porta a cercare una mano che ti accompagni per la difficile strada di ogni giorno dove regalare quel sorriso che avevi immaginato di aver perduto per sempre e che invece la vita t'impone di avere ancora per aiutare chi ne ha più bisogno di te.
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