sabato 28 settembre 2019
Tre lampi. 1: "Torino Sette" (27/9) nel titolo «Rosh Ashanàh, il Capodanno degli Ebrei». Per dieci anni per il GrRai ho tenuto la radiocronaca della celebrazione nel Tempio maggiore di Roma. Festa grande al suono dello Shofàr evocativo di tante cose tra storia e fede... E poi la benedizione dei padri con il mantello a coprire i figli, e infine il sermone del Rabbino Capo, solenne e insieme appassionato. Una volta mi si disse che erano contenti che un giornalista Rai parlasse con comprensione di Scritture e fede ebraica. 2: Ieri qui (p.27) Emanuela Genovese sulla "resistenza" degli scout alla dittatura fascista. Un gradito ricordo: mio padre mi raccontava gli anni in cui il regime li mise fuorilegge e loro subirono irruzioni violente nella sede tra Castel Sant'Angelo e il Passetto di Borgo, proprio sotto gli archi delle mura. 3: delusione. Ieri paginate dopo la decisione della Consulta sul suicidio assistito. Normale, ma ("Libero", p.11) leggi nel titolo che «La Chiesa prepara le barricate: no alla cultura della morte» e, raddoppiando ("Il Tempo", p.5) «Barricate dei vescovi», poi su "Il Giornale" (p.5) trovi un ammonimento al Papa da parte di un malato: «La sofferenza non è sacra»! Infine ("Repubblica", p.43) leggi la soddisfazione perché «i vecchi anatemi non funzionano più», e ti chiedi cosa si pretenda: se cattolici laici, preti e vescovi tacciono li si accusa di "tradire" la fede e la dottrina, se parlano si strilla – anche stesse pagine – contro "l'interferenza" e le "barricate". Non basta: sempre ieri ("Repubblica", p.43) il titolo è secco: «Conta la persona, non la patologia»! Eutanasia liberatutti? E allora prendi atto che "le barricate" possono avere senso... Il tutto con piccola osservazione: salvo qualche eccezione lontana i "vecchi anatemi" non hanno mai funzionato. Da qualunque parte vengano. Occorre a tutti un po' di memoria: ma aggiornata!
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