domenica 2 marzo 2008
Distrazioni e cantonate più o meno cattoliche e innocenti. "Europa" (29/2, p. 9) cita come sensata la filosofa De Monticelli che su "Repubblica" giudica «strano che i cattolici italiani di tutti gli orientamenti politici ancora insistano sull'idea che i partiti in cui militano debbono soprattutto tutelare la loro identità cattolica, cioè renderla visibile ed affermarla». In realtà è davvero "strano" che dall'alto, unico colpo d'occhio "teoretico" su tutti i cattolici italiani, De Monticelli non veda che invece molti di essi insistono liberamente su tutt'altro, cioè sull'idea che "i partiti in cui militano" non contraddicano direttamente e per principio non "l'identità cattolica" generica, ma punti essenziali della visione del mondo e della vita propri della loro fede vissuta coerentemente e da adulti nella Chiesa. A tutelare il resto, opinabile, pensano da soli in libera laicità accolta e convissuta. O De Monticelli pensa che un qualsiasi cittadino consapevole può militare in un partito che ha una visione della vita essenzialmente opposta alla sua? Una cantonata forse innocente, ma grave. Come quella attribuita a firma cattolica, ma essenzialmente malintesa, da un titolo strillato da "Libero" sull'otto volante dell'equivoco (29/2, p. 13): «Pannella è un profeta cristiano»! E per finire una cantonata non certo innocente. Augias ("Repubblica", 29/2, p. 40) compiange i poveri "cattolici adulti" " decide lui chi lo è e chi no, Ndr " oppressi e ridotti al silenzio dalle prepotenze della Chiesa, «così lontana da Gesù, così vicina al potere». Che direbbe Fantozzi? «Signor Augias, quant'è buono, lei!».
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