sabato 25 ottobre 2014
«Ero un bravo ragazzo, da poco vice parroco a Vittuone e andavo a confessarmi dai preti del santuario di Corbetta a Magenta. Ci andavo in bici, così un giorno ho visto un gruppo di zingari Sinti e mi sono chiesto: "Chi porta il Vangelo a questa gente?". Ed eccomi qui, dopo 57 anni!». "Qui" è dentro la roulotte dove don Mario Riboldi, 81enne prete ambrosiano, vive insieme agli zingari, in missione permanente tra loro, alle porte di Milano. Ci sarà anche lui stamattina a San Sigismondo, la chiesetta accanto a Sant'Ambrogio, per la giornata di preghiera con la quale il popolo nomade celebra la beatificazione del suo grande amico Paolo VI. Sì, perché ad autorizzare don Mario fu proprio il cardinale Montini, che per gli zingari aveva una vera predilezione: «Siamo persuasi – disse, già Papa, nel 1964 – che, a contatto con loro, voi comprenderete meglio certi valori propriamente evangelici ai quali gli zingari danno più importanza che non il resto degli uomini». E un anno dopo, al loro incontro a Pomezia fu ancora più esplicito: «Voi siete nel cuore della Chiesa, perché siete soli: nessuno è solo nella Chiesa; siete nel cuore della Chiesa, perché siete poveri e bisognosi di assistenza, di istruzione, di aiuto; la Chiesa ama i poveri, i sofferenti, i piccoli, i diseredati, gli abbandonati». Rom e sinti non dimenticano: e oggi pregano in adorazione per due ore, dalle 9 alle 11, per poi partecipare alla Messa accompagnandola con i canti della loro tradizione. La diocesi precisa che la partecipazione è aperta a chiunque voglia conoscere più da vicino questi amici del beato Paolo VI, e il "loro" don Mario.
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