martedì 16 aprile 2019
Finisce un campionato straordinario. E non dico per valori tecnici o di spettacolo, essendo questo svanito - dobbiamo pur dirlo - con l'addio di Sarri. No, è straordinaria la Juve con i suoi otto scudetti consecutivi - mai nella storia del calcio europeo più evoluto - che dirige in solitario la danza, arrivando a concepire certe partite di campionato come accessorie a quelle di Champions, tanto ormai a chi interessa, lassù dove nasce il Po, vincere o perdere con la Spal? È tutto molto semplice, per il Vincitore, e così è semplice il calcio giocato come vuole Allegri che con tutta semplicità rifila 17 punti di distacco a Ancelotti, 24 a Spalletti, 32 a Gasperini e 34 a Mazzarri, roba da ripresentarsi a Coverciano per gli esami di riparazione. O per chiedere alla Juve - come ho proposto tempo fa - di rinunciare a partecipare. A pagamento, naturalmente. Come fece la Gazzetta quando invitò Binda a rinunciare al Giro d'Italia che vinceva sempre. È tuttavia, questo, anche un campionato falso. E vi spiego perché. Tutto cominciò il 5 aprile del 1946 quando si giocò la prima schedina della Sisal, quella con l' 1-X-2. L'aveva inventata il giornalista Massimo della Pergola con due colleghi mentre...soggiornavano in un campo profughi in Svizzera. Erano ebrei. Lavorammo insieme a Stadio, con Massimo, nei Sessanta, io appena arrivato, lui prestigioso collega. Era un signore affabile, cortese, sempre sorridente e quando gli chiesi della sua invenzione che nel frattempo il Coni aveva fagocitato e rinominato Totocalcio, mi parlò di quei giorni di quasi prigionia e del calcio unica distrazione. Del gioco, che nel frattempo aveva fatto ricchi, anzi milionari, alcuni personaggi, e aveva sollevato qualche scandalo, mi disse soltanto:«Va maneggiato con cura». Già: qualcuno lo aveva maneggiato con spirito truffaldino, furono identificati addirittura alcuni arbitri stranieri impiegati nel nostro campionato- slavi o tedeschi dell'Est - che concordavano i risultati per puntarci sopra. E mentre Brera s'inventava l'apocrifo Guicciardini «non fidarti mai delli italiani» furono stabilite alcune regolette per far fronte al gioco, alle trasmissioni radio, a tutto ciò che intersecava la partita di pallone. Le partite si giocavano sempre tutte alla stessa ora, la radio trasmetteva solo il secondo tempo e, una volta arrivati a fine torneo, si sospendevano le radiocronache per impedire che si verificassero imbrogli in zona retrocessione. Il sospetto era più che legittimo ma con l'avvento del calcio business, delle pay tivù, delle partite giocate ogni giorno a tutte l'ore, delle scommesse addirittura in corso di gioco, si è persa ogni remora morale assommando agli antichi brogli (i famosi accordi di spogliatoio in cui caddero anche famosi allenatori) i suggerimenti truffaldini delle nuove tecnologie. Non solo: anche davanti a risultati scandalosi trovi gli addetti ai lavori pronti a rispondere con arroganza che la squadra la fanno loro ed è sicuramente la migliore possibile, come pretende il regolamento. Ebbene: se qualcuno in Lega o Federazione si prendesse la briga di ricostruire anche il campionato corrente secondo le norme disattese, scoprirebbe che si tratta in un torneo falsato. Sano in testa grazie alla stravincente Juventus, già discutibile nella Zona Champions che vale milioni, scandaloso in coda. Così va a morire il calcio, infestato di cialtroni come ogni grande attività istituzionale di questo Mondo di ladri - parole e musica di Antonello Venditti. E dove si ha addirittura l'arroganza di inventare marchingegni ipoteticamente garanti della regolarità di un match mentre non si è mai data una risposta a un quesito storico: chi controllerà i controllori?
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