domenica 6 agosto 2017
Si chiamavano Felice Chiusano, Tata Giacobetti, Lucia Mannucci, Virgilio Savona: e imperversavano fra radio, televisione e teatri con le loro canzoni. Almeno finché non divennero tanto popolari da essere etichettati soltanto come "artisti leggeri": con sufficienza, pure. Allora i quattro diedero alle stampe una canzone dedicata a chi non sapeva né voleva guardare le cose fino in fondo. La canzone si intitolava Camminava voltato all'indietro e cantava come segue. «Camminava voltato all'indietro, mentre gli altri guardavano avanti… Non vedeva dove andava, ma in compenso la strada percorsa… E così quando al mare puntava, il suo sguardo spaziava in montagna! Se correva a cercar la campagna, continuava a veder la città! Dentro ai fossati spesso finiva, dentro i tombini spesso spariva, investiva ogni cosa davanti: bancarelle, passanti… Cadde un giorno in un fiume irruente e per essere sempre coerente all'indietro si mise a nuotar, alla sorgente giunse stremato e dalla terra fu risucchiato… In realtà non era mai nato, in realtà neanche un po' camminò!». Quando lavoravano insieme Felice Chiusano, Tata Giacobetti, Lucia Mannucci e Virgilio Savona si chiamavano Quartetto Cetra: e nel 1971 - altro che "leggeri" - dimostrarono a tutti che erano avanti decenni luce sul tema "come scrivere canzoni intelligenti".
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