sabato 18 febbraio 2017
Regione Trentino Alto Adige: Estratto di processo verbale. Seduta della Giunta regionale del 27 aprile 1949. Oggetto: acquisto di una bicicletta a uso degli uffici della Giunta Regionale. L'Assessore ai Lavori Pubblici formula la proposta che la Giunta deliberi l'acquisto di una bicicletta, la quale dovrà essere a disposizione del fattorino, ma nello stesso tempo anche dei signori assessori quando avessero bisogno di spostarsi da un punto all'altro della città. La Giunta approva senz'altro la proposta. Firmato: il presidente della Giunta regionale dott. Tullio Odorizzi».
Ho dovuto leggerlo più volte per riuscire a crederci. Ieri sera a Roma, tra piazza del Pantheon e piazza Navona fino al Lungotevere, le luci blu sulle macchine della polizia invece che rassicurare davano una sensazione di incertezza ai passanti che camminavano veloci in questa capitale dove le strade non sono mai state ben illuminate. C'era chi cercava disperatamente un taxi, ma erano tutti fermi in lunghe file per una protesta. I turisti erano già rientrati coi loro pullman e noi che uscivamo dai negozi e dagli uffici ci sentivamo sperduti alla ricerca dei mezzi che passavano già al completo.
Mi venne in mente la bicicletta di Odorizzi, senza rendermi conto che si trattava di tanti anni fa quando l'aria delle città era pulita e respirabile. Decisi di fare come una volta: camminare senza fretta e senza guardare quel ruvido padrone della nostra vita che è l'orologio. Com'è lungo e profondo il Tevere nella notte, come scendono spogli e scuri i rami degli alberi e quanto sono alti e lontani i lampioni sulle nostre strade... La luce non arrivava ad illuminare i miei passi, le scarpe facevano rumore come se qualcuno mi inseguisse. Un uomo dormiva tra gli stracci sul marciapiede, pensai che era fortunato perché non aveva niente da perdere. Un gruppo di giovani attraversò la strada ridendo e gridando con i telefonini accesi. Rallentai per non farmi vedere, ma non troppo per non far credere che ero insicura.
Mi venne in mente la mia giovinezza quando non conoscevo il sapore della paura e camminavo di notte con la stessa certezza che mi dava la presenza del sole. Allora per chiedere aiuto avevo in tasca solo un gettone, con il quale far funzionare i telefoni nelle cabine rosse che non ci sono più. Cammina e cammina. Per non cedere al timore di incontri non graditi mi raccontavo la favola di Andersen, quando la ragazza nel bosco finalmente aveva raggiunto la sua casa. Quanto mi parve splendida quella sera la mia camera!
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