giovedì 18 maggio 2017
Non ci sono solo notizie drammatiche, o allarmanti, come a volte pare quando i media parlano di migranti. Anzi. Poche ore prima che scoppiasse il caso del Cara di Isola Capo Rizzuto, a Cesena si sorteggiavano i gironi del Trofeo Benedetto. Sembrerebbe difficile trovare un nesso tra i due fatti. Eppure esiste. Il Servizio di pastorale giovanile della Diocesi di Cesena-Sarsina organizza infatti per l'undicesima volta un torneo tra parrocchie. Iniziato quasi per caso, ora coinvolge decine di squadre e centinaia di giovani in competizioni di calcio, pallavolo, calcetto, biliardino e bocce. All'inizio dell'estate si tratta di un vero e proprio evento sportivo (anche di qualità) in grado di calamitare l'attenzione non solo di chi frequenta gli oratori. Ma la vera novità dell'edizione 2017 sta nella partecipazione nel torneo di calcio a 7 di una squadra, tra le 22 in lizza, composta solo da immigrati. Si tratta di 13 profughi ospitati in una struttura diocesana affidata alla Comunità papa Giovanni XXIII. «Le formalità sono ormai concluse, anche quelle per il rilascio dei cartellini del Csi indispensabili per giocare – spiega il responsabile della struttura, Giorgio Pollastri, sul settimanale diocesano Corriere Cesenate in uscita oggi –. Abbiamo ottenuto codici fiscali provvisori, necessari per procedere. L'iscrizione si può dire completata». La squadra sarà competitiva? «Alcuni sono bravi con il pallone – ha aggiunto Pollastri –, altri sono un po' impacciati. Ma è lo spirito quello che conta, e il segnale di questa partecipazione è davvero forte, per noi e per tutto il territorio». Di questi tempi, davvero una notizia controcorrente.
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