giovedì 2 giugno 2022
Negli ultimi decenni c'è stata una generale riscoperta della nostra dimensione corporea, del significato del corpo umano, superando approcci filosofici e culturali orientati a una visione dualistica della persona, cioè con la netta separazione tra corpo e spirito. Tale visione ha favorito un giudizio di sospetto e di considerazione negativa verso la corporeità, vista come portatrice di passioni, istinti, e di "appesantimenti" dell'anima. Oggi invece si tende a riconoscere il significato positivo del corpo, il suo valore come realtà integrata dell'essere umano che è "spirito incarnato", per cui la persona può affermare "io sono il mio corpo", e non "possiedo un corpo", anche se la persona non si riduce unicamente ad esso. «Vogliamo trovare tutto l'uomo nel suo corpo: i dinamismi del desiderio come realtà dello spirito, la natura e la cultura, la norma critica di ciò che è specificatamente umano come il punto di inserzione della rivelazione divina» (Sandro Spinsanti).
L'antropologia di ispirazione cristiana, anche se condizionata nei secoli da filosofie e teologie dualistiche, ha sempre riconosciuto il carattere "personale" del corpo, il quale colloca il soggetto nel tempo e nello spazio e ne segna la creaturalità, relazionalità, storicità. Illuminanti sono state le catechesi di Giovanni Paolo II sulla teologia del corpo.
L'incarnazione del Figlio di Dio e la sua risurrezione indirizzano alla valorizzazione del corpo umano, chiamato alla salvezza e alla gloria, per cui il compimento dell'uomo è la «personalizzazione della dimensione materiale e si conclude nella risurrezione della carne» (Karl Rahner). Tutto ciò richiama una molteplice responsabilità morale, cioè del rapporto sereno e corretto di ciascuno con la propria dimensione corporea, riconoscendone le potenzialità e limiti. Significa responsabilità nelle relazioni con gli altri e con l'ambiente naturale e sociale: con il corpo comunico, vedo e sento, partecipo agli eventi naturali, sperimento la crescita e l'invecchiamento, vivo la sessualità e l'amore, affronto la malattia e la morte.
Responsabilità significa cura del proprio corpo, prevenzione di certe malattie e delle conseguenze di abusi come alcol, fumo e droghe. Significa evitare di "punirsi/punirlo" come avviene in forme di bulimia e anoressia. Significa non utilizzarlo per l'esibizione e il successo, non rincorrere l'affermazione contro ogni limite (ad esempio il doping sportivo, oppure forme di utilizzo delle tecnologie nella procreazione e maternità surrogata), non cadere nella "vendita", come nella prostituzione.
Cancelliere
Pontificia Accademia per la Vita
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