C'è un lancio di oggetti in campo che vale la pena imitare
mercoledì 6 dicembre 2017
Ogni anno, in prossimità del Natale, la squadra di hockey su ghiaccio dei Calgary Hitmen che gioca nella Nhl (la lega professionistica americana) viene bombardata da orsetti di peluche lanciati dai propri tifosi, presenti sugli spalti. Il segnale convenuto è il primo gol siglato dai padroni di casa: in quel momento inizia il lancio rituale. Decine, centinaia, migliaia di orsetti volano in campo, sommergendo le due squadre e gli arbitri, fino a coprire letteralmente la superficie di ghiaccio.
L'anno scorso è successo dopo il gol del capitano Michael Zipp: partita ferma per più di mezz'ora, con tutti gli atleti e gli addetti al campo impegnati a raccogliere 23.924 orsetti di peluche, ben impacchettati e lanciati sul ghiaccio dai 17.601 spettatori presenti. Dopo lunghe operazioni di raccolta gli orsetti furono poi donati a cinquanta organizzazioni caritatevoli e fatti trovare sotto l'albero dei bambini delle famiglie meno abbienti di Calgary.
Il club canadese ha inaugurato questa tradizione il 16 dicembre del 1995 e sul sito ufficiale della squadra si trova una statistica molto dettagliata di quanto è successo in questi ventidue anni. È curioso scoprire che la prima volta piovvero in campo "soltanto" 1.323 orsetti, mentre in occasione del record, due anni fa, i peluche raccolti furono quasi 29.000! Il prossimo diluvio di peluche sarà domenica prossima, 10 dicembre e sul sito del club ci sono decine di mini-interviste che testimoniano come i bambini non vedano l'ora che arrivi questa partita così attesa. Un'idea divertente, generosa e genialmente efficace che, come tutte le cose belle, vale la pena copiare per poter raccontare di uno sport che tanto sa divertirsi, quanto essere solidale.
Nel 2014 in Italia la Lega Basket, organizzò il Teddy Bears Toss su tutti i campi, dalla serie A alla serie C. Nel calcio europeo gli avanguardisti furono al nord e a Rotterdam, in Olanda, nello stadio del Feyernoord ci fu il primo lancio di orsetti su un campo verde. L'anno scorso, con felice intuizione, ci pensò l'Alessandria calcio (il cui simbolo, manco a dirlo, è un orso grigio) destinando il "raccolto" all'Unicef. Pochi giorni fa la pioggia di peluche si è rifatta viva in Belgio, a Charleroi, quando la partita di massima divisione belga contro l'Ostenda è iniziata con qualche minuto di ritardo a causa del lancio di pupazzi da donare a bimbi disabili. In un periodo dove sul nostro calcio piove di tutto, sarebbe bello cambiare natura alla perturbazione, almeno per una domenica, con una iniziativa del genere. Al posto delle tante tensioni settimanali, pensate che novità sarebbe poter andare allo stadio con un orsetto sotto al braccio. Un gesto senz'altro in grado di mitigare tensioni (si può forse litigare con qualcuno con un orso di peluche tra le mani?), in qualche modo ironico, con finalità benefica.
Facile no? Sono certo che il presidente della Federcalcio, oppure quello della Lega di serie A prenderanno in considerazione la cosa. Come dite? Non sono in carica né l'uno né l'altro? Accidenti. Nulla, temo dovremo aspettare il prossimo anno. Ci accontenteremo della letterina di Natale, quella dove chiederemo di tornare ad avere un campionato che abbia più spettatori della serie B tedesca, che sia guidato da dirigenti presentabili e che sappia mettersi in gioco con gesti di rottura, pensando, prima di tutto, a progetti veri per far crescere i giovani talenti e permettere loro di realizzare il proprio potenziale e i propri sogni. Potrebbe essere un bel modo di sfuggire dalla tentazione di lanciare pomodori e puntare su morbidi, affettuosi, simpatici orsetti di peluche da destinare in beneficienza. Sarebbe una vittoria per tutti.
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