domenica 25 maggio 2008
Ieri segnalavo la feroce tirata di Federico Orlando contro la Chiesa cattolica in blocco ("Europa" (22/5). Ebbene, il giorno dopo, sempre "Europa"(p. 10: «Il cardinale Martini, un mito che ogni giorno ci ridà la speranza dell'amore») un suo ampio pezzo è un elogio sincero dell'ex arcivescovo di Milano e della sua «religione dell'amore». Registro con piacere, ma è il caso di ricordare che «la religione» del cardinale Martini è la stessa di Benedetto XVI, di Paolo VI, di Papa Giovanni, del Vaticano II, del Vaticano I e, poiché serve, di monsignor Helder Camara. Già: di recente sul "Sole 24Ore" c'era la segnalazione di un suo libro-diario del Concilio come denuncia anticipata dei tradimenti di almeno tre Papi successivi, fino ad oggi. Non è un bel gioco, insomma, opporre un cardinale ad un altro, un teologo ai vescovi in blocco, come se ciascuno si potesse costruire una religione cattolica ad personam. Se Martini ha «la religione dell'amore» e "Repubblica" presenta il suo libro come una polemica con Benedetto XVI, il gioco diventa brutto" Se Martini " altro caso " è così buono da scrivere una lettera personale ad un teologo che dopo 20 secoli pretende di «rifondare la fede» non è un bel gioco farne una «prefazione» e presentare Martini come se approvasse le acrobazie spericolate del teologo «rifondatore». La Chiesa è una, i Concili, e anche i Papi, sono diversi per tempi, luoghi, opinioni personali e tratto umano, ma Cristo è uno, e uno resta l'annuncio. Fare di Martini l'antipapa e/o del Papa l'anti-Vaticano II è solo presuntuoso pressappochismo: a scelta, da incompetenza o da malafede.
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