mercoledì 16 aprile 2014
Ancora Giordano Bruno: senza senso – cfr. qui ieri – la «riabilitazione» teologica, ma va chiesto perdono a Dio e a lui di tortura e rogo che accompagnarono il rifiuto della sua dottrina. In pagina però altri scivoloni. Per esempio ("Fatto", 11/4, p. 18) eccolo messo in compagnia dei «teologi della liberazione» in Sudamerica... Ma questi non sono stati bruciati e, precisati alcuni punti essenziali, oggi si parla di teologia della liberazione con orientamento positivo. In pagina non basta: per Massimo Adinolfi ("Il Mattino", 11/4, p. 1 e 19) Bruno «è già riabilitato… aveva ragione su infinito e morale»! Eppure subito dopo leggi che fu davvero «eretico, impenitente ostinato» nel «suo immanentismo» e che «Roma non trema più» dinanzi al suo pensiero: infatti «il cardinale brasiliano frei Betto» ne ha chiesto la «riabilitazione ufficiale» a Papa Francesco. Che confusione! Frei Betto è «brasiliano», ma non è «cardinale». E poi è soprattutto certo che, stando al suo significato vero, l'«immanentismo» si oppone come tale all'essenza della rivelazione ebraico-cristiana. Infatti Dio è creatore proprio perché «trascendente»: resta al di là di tutte le cose, e Rivelazione e Incarnazione non ne mutano l'essenza.
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