giovedì 23 luglio 2015
Raggiungere il secolo di vita, di per sé, è già notizia. Ma se il traguardo lo taglia una "vecchietta" che ancora oggi si diletta a fare il broker alla Borsa di New York la notizia assume contorni che rasentano la favola. Fors'anche perché la vita di Irene Bergman ha più di un elemento fiabesco. Nata il 2 agosto 1915 in Germania, figlia del vice presidente della Borsa di Berlino, lasciò prima la Germania e poi l'Olanda per sfuggire ai nazisti essendo ebrea. Con la famiglia approdò oltreoceano e, nel 1942, cominciò a lavorare in banca. Ambiva, però, a seguire le orme paterne e realizzò il sogno 15 anni più tardi, entrando in una società di consulenze finanziarie. Tuttora gestisce da casa i portafogli di diversi clienti affezionati che si fidano di lei in quanto capace di indirizzarli non tanto al facile guadagno ma alla rendita sicura. Pare che la Bergman non abbia mai visto scappare un suo cliente.Vive da sessant'anni nel proprio appartamento di Manhattan, è assistita da quattro persone e spiega il segreto della longevità sostenendo che dipende dai buoni geni, dalla lucidità mentale e dal fatto di non essere andata in pensione. Garantisce di non avere seguito diete e di essere montata a cavallo sino a 80 anni.Per festeggiare degnamente la "signorina", a Wall Street hanno deciso che toccherà a Irene suonare la campanella di avvio contrattazioni. Non potrà farlo il 2 agosto – è domenica –, ma nei giorni seguenti. Un meritato riconoscimento per una delle prime donne a diventare consulente finanziario e che, essendo ancora in attività, è il broker più longevo della Borsa Usa.
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