sabato 10 aprile 2010
Botta e risposta. Nel biliardo la palla urta l'altra, che subito salta via. Solo un «dopo» " come insegnava il «sensista» Hume " o anche un «perché», come ritiene la «realista» filosofia classica? Come che sia, la coppia tiene: tu leggi e subito viene la replica. Per esempio su "Europa" (26/3, p. 8: erano i tempi del voto regionale) titolo a botta secca: «La destra si prende Bagnasco». Leggi altre pagine e la risposta viene da sola: certo, la sinistra gli sputa in faccia! Altro giro? Ieri su "Repubblica" (p. 40) l'«egregio Augias» scrive che «tra Chiesa e criminalità i rapporti sono complessi», aggiunge che «le gerarchie restano prudenti» e subito cita due libri a senso unico anticristiano e anticattolico, ove si dà per scontata la strettissima alleanza tra Chiesa e criminalità. Poi però ricorda «don Puglisi e don Diana», due tra i vari preti uccisi dalla mafia; rimanda alla «famosa invettiva» contro i mafiosi di quello che lui chiama «il Papa polacco»; cita il duro monito del vescovo Raffaele Nogaro contro «i camorristi che sradicano il Vangelo dal cuore della nostra gente» e arriva al vescovo che «a S. Onofrio, nel cuore della Calabria più segnata dalla malavita ... ha detto basta», concludendo che «quel vescovo coraggioso non sia lasciato solo». Solo? Con Giovanni Paolo II, col vescovo Nogaro, col suo parroco che ha detto no alla processione con sospetto di dominio criminale, sostenuto appunto da lui che è vescovo? Insomma: sarà vero che «tra Chiesa e criminalità i rapporti sono complessi», ma certo non a senso unico e semplicistico. Forse l'«egregio Augias» ha qualche pre/giudizio"
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