mercoledì 22 luglio 2009
Sassolino a lungo nella scarpa: "Manifesto" (30/6, p. 6) con accusa: «8 per mille: solo un quinto dei soldi va davvero ai poveri. Il contributo usato dalla Chiesa per pagare la pubblicità». Foto che punta l'indice contro padre Raniero Cantalamessa ed il programma Rai «A sua immagine», e pezzo di Luca Kocci che confronta la Chiesa cattolica e quella valdese. Uno scandalo, evidenziato sia nel pezzo che in un box annesso, è che «in pubblicità per l'8 per mille la Cei lo scorso anno ha speso quasi 22 milioni di euro», mentre la Chiesa valdese ne ha spesi solo 500.000! Ovvio che nel caso la Chiesa valdese è del tutto innocente, ma se ci pensi un po' trovi che essa in pubblicità spende un quattordicesimo degli introiti del suo 8 per mille, mentre quella cattolica solo un cinquantesimo. E così l'articolo accusatorio diventa un boomerang, pur piccolo, con capitombolo assicurato all'autore. Capita anche più in grande. Domenica per esempio su "Repubblica" " p. 22, «Quando il fondoschiena andò in prima pagina» " Augias bacchetta con ragione «il sessismo in Italia, dove trionfano veline e donne nude». Giusto, ma stessa "Repubblica", titolo a tutta p. 27: «Sexy girls, le tendenze" Cubista style. Il guardaroba mini delle ragazze show», con 13 esemplificazioni in foto. E il giorno prima «la Repubblica delle donne» già in copertina promette tutta un'esibizione: «Teenager troppo sexy, Lolite feticcio, Vacanze edonistiche, immagini porno soft» ecc. Tutto il numero trabocca di pubblicità e articoli con corpi di donne «nature» squadernati a piacimento. Insmma: qui lo nego e qui lo dico. Vero boomerang"
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