venerdì 29 aprile 2005
Se c"è un posto dove uno sta bene con se stesso, un luogo di gusti e di fiori dove conoscere quella che spesso chiamiamo «resistenza umana», questo è Dolceacqua, il borgo ligure iconograficamente identificato con l"antico ponte medievale che congiunge la parte bassa del paese con la salita che culmina nel castello. Pro Loco, Comune e Comunità Montana Intemelia organizzano la festa «Tesori della Riviera dei Fiori», due giorni di arricchimento in uno dei rari Comuni con la bandiera gialla del Touring e dove in questa stagione ci sono nidi di rondini ovunque.Dalle valli scendono in piazza (una domenica al mese) i piccoli eroici produttori: c"è chi vende il pane, chi il tarassaco fresco, chi i rari fagioli di Pigna, Conio e Badalucco, chi ancora l"olio extravergine d"oliva di queste colline, saporoso, oppure il Rossese di Dolceaqua che nel nome ricorda i colori delle case liguri in riva al mare. Ma qui siamo all"interno, dove sembra che la mestizia del vivere fuori dai grandi contatti sia compensata dai fiori. Tutti vendono fiori, c"è una cultura del fiore in tavola e finanche in cucina.Ma anche qui, prima della cucina coi fiori che è un"arte (e non c"è solo il fiore di zucchina, per intenderci), in Liguria si sono distinti da sempre con le caramelle floreali. Due sono i punti di riferimento commoventi. Il primo è la storica Confetteria Romanengo di Genova (tel. 010580257) che dal 1780 fa le violette candite, fiore il cui aroma è presente in un"infinità di alimenti, compreso il vino. Il secondo è a Sanremo, patria dei fiori per antonomasia, dove nascono le Dolcezze di Billy (tel. 0184508921) ovvero le gelatine ai fiori. E qui la curiosità nasce dal fatto che la famiglia Roverio è da generazioni addetta ai fiori recisi, finché non è nata la linea dei fiori da mangiare, con le gelatine alla mimosa, alla rosa gialla e rosa rossa.Secondo il nostro assaggio, queste gelatine sono meno dolci di quelle a base di frutta, giacché i fiori non contengono glucosio e sprigionano in bocca la loro fragranza. Forse il professor Calabrese potrà concederci qualche dolcetto in più?
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