domenica 13 giugno 2010
A Latina è morto, lunedì scorso, lo scienziato Mihael Georgiev, che Liberal, il quotidiano di Ferdinando Adornato, ha definito (venerdì 11) "il corazziere splendente e impavido dei ribelli pacati e sapidi al talebanismo evoluzionista". Bulgaro ed ebreo di nascita, italiano e cristiano (protestante) di adozione, Georgiev fu cofondatore dell'Associazione Italiana Studi sulle Origini (Aiso, www.origini.info) e autore di un libro (Charles Darwin, oltre le colonne d'Ercole, Gribaudi, 2009) in cui, con metodo scientifico, ma senza i dogmatismi "laici", sostiene che «resta tutto da dimostrare che l'evoluzionismo esista»: che, cioè, esista «la speciazione, ossia la comparsa di nuovi gruppi di viventi attraverso mutazioni genetiche e che questa si muova [...] per effetto di caso, selezione naturale e tempi enormi». Tre postulati, questi ultimi, «tra loro contraddittori, oltre che per definizione non sperimentalmente osservabili e riproducibili a norma di metodo scientifico». La morte di Georgiev riporta di attualità il dibattito apparso non solo su Avvenire, ma anche su alcuni altri quotidiani italiani(Repubblica, 29/3; Corriere, 8/4; Foglio, 10/4) e stranieri *Guardian, Sunday Times, Scotsman Five Star Reviews( dopo la pubblicazione di un libro (Gli errori di Darwin, Feltrinelli, 2010) in cui lo scienziato Massimo Piattelli-Palmarini, «integralmente ateo» (Repubblica) e quindi al di sopra di ogni sospetto, dimostra che «la selezione naturale è una realtà, ma non è il motore delle specie nuove» e che «il neodarwinismo è nettamente superato», perché i «vincoli strutturali interni» ad ogni organismo vivente impediscono le mutazioni di una specie in un'altra (Corriere). Questa grossolana sintesi serve solo come richiamo al primo capitolo della Genesi dove, anche se la Bibbia è tutt'altro che opera storica o scientifica, per ben nove volte nel racconto della creazione degli animali e dei vegetali si precisa: «Secondo la loro specie». Chissà se il Creatore pensava già ai taleban ultraevoluzionisti...

LA "MANCIA"
La Giunta Regionale Lombarda ha istituito il fondo "Nasko" (5 milioni di Euro) per le madri che vorrebbero abortire per difficoltà economiche (250 Euro per 18 mesi, totale 4500), ma la cosa non è piaciuta al Manifesto (1 giugno), che parla con scherno di «mancia». Invidia? O guai a chi non abortisce? L'iniziativa è la ripresa, con maggiori disponibilità, del "Progetto Gemma" ideato nel 1994 dal Movimento per la Vita e realizzato tramite i Cav (Centri di aiuto alla vita), di cui si servirà anche la Lombardia. Con le adozioni prenatali a distanza dei Cav(160 Euro al mese, totale 2280) fatte da privati, famiglie, gruppi, parrocchie sono stati salvati, insieme con le loro madri, 16mila bambini. E nessuna delle 16mila mamme si è pentita o ha considerato "mancia" la solidarietà umana e cristiana di tante altre madri.

BUON GUSTO?
«Io ho la fede», dice uno dei due soliti personaggi della vignetta di Altan che apre L'Espresso (in data 17 giugno). L'altro gli risponde: «Non sai cosa ti stai perdendo». Se è satira "laica" si squalifica da sola. Come Repubblica, del resto che per illustrare il libro di un cuoco americano che si autodefinisce «the history chef», sulle "Last Suppers", le ultime cene di personaggi che vanno da Alessandro Magno a Lincoln, da Hitler a Kennedy, da Napoleone a Maryilin Monroe e a Dodi Al Fayed, l'amante di Diana, ha scelto l'Ultima Cena di Leonardo, quella su cui «Nostro Signore ci ha costruito su una intera religione».
In materia di satira e di buon gusto, i giornali "laici" non meritano, decisamente, neppure il sei politico.
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