martedì 19 gennaio 2016
Roberto Benigni non ha potuto fare il Papa: fa il comico e talora “ridendo castiga i costumi”. Il 12 scorso, presentando con il segretario di Stato Piero Parolin il bellissimo libro conversazione di Andrea Tornielli con papa Francesco – “Il nome di Dio è Misericordia”, Piemme – ha detto che il Papa «rivoluzionario sta tirando la Chiesa verso il Cristianesimo, verso il Vangelo, verso Gesù, “luogo” del quale ci siamo dimenticati»! Il giorno dopo (13/1) qualcuno – i soliti e sulle solite pagine che ignorando il Vangelo fanno lezione di fede a tutti, anche al Papa – parlava di paradosso ed esagerazione, ricordando che “quello là” fa il comico, e serve a far ridere. Eppure se uno va indietro solo di qualche settimana ricorda che il 4 dicembre alla presentazione del prezioso libro di Angelo Scelzo, “Il Giubileo. La Misericordia. Francesco” (Ed. Lev), stesso luogo, stesso tavolo grande e gremito, tra gli altri ancora con la partecipazione del cardinal Parolin, monsignor Rino Fisichella, incaricato da Francesco dell'organizzazione del Giubileo, ha detto in sostanza una cosa non solo simile, ma ancora più impegnativa, affermando che noi forse «abbiamo messo nel dimenticatoio – si noti: stesso verbo usato dal “comico”! – le opere di misericordia», ma papa Francesco chiede a tutti un «nuovo stile di vita». “Nuovo”? Non per i Santi che hanno camminato sulle orme del Signore, ma certo per tanti di noi. Nessun paradosso, con buona pace dei suddetti “soliti”. E dopo due libri eccone un terzo: oggi a Roma si presenta “Bergoglio, sfida globale” (ed. Castelvecchi) del collega Riccardo Cristiano. Non fa ridere, ma fa pensare alla predilezione per le “periferie”. E l'originale è Gesù: Francesco è solo il suo vicario.
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