mercoledì 22 settembre 2004
Sba"rellamenti, sba"lordimenti, sbagli. Domenica su "Repubblica" tanta religione. Augias (p. 16) sulla "laicità", per lui sinonimo di libertà - si può essere d'accordo, Ndr - ma anche del tutto incompatibile con ogni religione, perché religione è "verità" che si sente assoluta, perciò sempre violenta. Ecco la tesi: "la violenza è da sempre parte essenziale del sacro". Pare un discorso "assoluto", quindi "violento", vicino al sacro. Augias ha la chiave di ogni verità: non sarà santo, ma""beato" lui! Segue (pp. 34-35) una indigestione di religione: su sei colonne - "La galassia dei cattolici italiani" - Miriam Mafai, sbalordita per il "Nuovo libro di Marco Politi", scopre dopo 2000 anni che tra i cattolici le differenze sono tante e che Dio non è morto, ma continua ad attirare folle di uomini moderni. Poi pare consolarsi perché i cattolici coerenti sono minoranza, ma subito si stupisce perché questa minoranza è dappertutto, si mescola con tutti, pare sconfitta e rinasce, è in crisi, ma anche in crescita, e contagia destra e sinistra. Insomma, lei confessa che"ci capisce poco e allora si affida, per chiudere, a due cervelli "cattolici", Baget Bozzo e De Rita, ambedue sicuri delle loro tesi. Il primo sentenzia che "la Chiesa ha sbagliato i tempi", e il secondo che "il Papa ha dei seguaci, ma non dei credenti". E lei - la Mafai - continua a non capirci niente. Anche il lettore. Che dire? Che forse il mistero della vita cristiana risale molto addietro.
"Scandalo e follia", ha scritto qualcuno, agli inizi. Se è così da 2000 anni, nonostante le evidenti debolezze dei "credenti", forse il segreto è "altrove". Forse"
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