mercoledì 13 ottobre 2021
Viaggiare per le colline del vino con le vigne spoglie dopo la vendemmia è impagabile in queste giornate di transizione verso il freddo dell'autunno. A Grana Monferrato, Emanuela e Giovanni hanno creato dal nulla un'azienda dedicata al vino, Prediomagno, ristrutturando una villa di fine Ottocento che chiamavano "castello" e hanno puntato sul Ruché, uno dei rari vini prodotti in sette Comuni di questo areale. Ora, se penso che l'innamoramento per questo vino che ha prodotto nuovi investimenti si deve a un parroco, don Giacomo Cauda, che a Castagnole Monferrato coltivava la vigna del beneficio parrocchiale, mi viene facile cercare le radici nei santi sociali del Basso Piemonte. Per esempio in san Giovanni Bosco, che veniva a vendemmiare in questi paesi bellissimi, coi suoi ragazzi. Arrivato a San Desiderio di Calliano il sole si stagliava sulla facciata della chiesa, quasi una pieve di campagna, che aveva una bellezza tutta sua, dentro e fuori. Sono entrato e poi ho chiesto se il sabato ci fosse la messa prefestiva. E sono tornato con mia moglie per conoscere don Silvano Lo Presti, il parroco, che ci ha portati a vedere anche la chiesa principale del paese dove sono esposti pregevoli dipinti del Caccia. Un sacerdote a cui la diocesi di Casale ha affidato ben quattro parrocchie, ma ciò non lo ha distolto dal creare il bollettino della comunità, che leggo tutto d'un fiato, scoprendo che un suo predecessore, don Luigi, aveva creato la tivù del paese. Nelle pagine a seguire si parla poi di storia e arte, di cultura e missioni, oltre alle notizie sullo sport (qui va forte il tamburello) e su una certa vita che è ripartita; c'è persino il cruciverba. Mi ha fatto tenerezza questo tentativo di dialogare ad ampio raggio attraverso un foglio di carta, veicolato anche on line, ben costruito graficamente, ricco, che ha lo scopo di mostrare il dono di un'identità che ha un prima, un presente e un dopo. Mi ha ricordato i miei genitori che conservavano gelosamente l'"Amico di Masio", su cui ogni tanto tornavano anche solo per guardare una fotografia. Un paese che smarrisce la memoria difficilmente si appropria di ciò che vale nel presente. Questo mi vien da commentare di fronte ai disordini nelle piazze di questi giorni, che hanno solamente un impeto distruttivo nel momento in cui stiamo uscendo da un tunnel. Prendo allora in prestito l'editoriale del parroco di Calliano per chiosare l'appello della settimana: «Non ci sono tempi tristi o perdenti. Ci sono solo tempi per essere buoni».
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