martedì 14 ottobre 2008
Sabato ("Repubblica", p. 42) leggo che il presidente Napolitano sull'"Osservatore Romano" dice "no a barriere tra laici e cattolici" e mi chiedo: chi le tiene in piedi, queste barriere? Infatti a p. 41 il solito matematico pret à porter " "Con Darwin in pancia. L'evoluzione dei batteri" " scriveva secco che le analisi delle trasformazioni di certi batteri dimostrano non solo che l'evoluzione è possibile " cosa che nessun cattolico serio oggi nega, Ndr " ma che "addirittura" Benedetto XVI ha torto marcio, perché in un libro su "Creazione ed evoluzione", parole pronunciate «il pomeriggio dell'1 settembre 2006 a Castelgandolfo, dice testualmente: "La teoria dell'evoluzione in gran parte non è dimostrabile sperimentalmente in modo tanto facile perché non possiamo introdurre in laboratorio 10.000 generazioni"». Falso, esulta il nostro, perché «per vent'anni nel corso di 45.000 generazioni si sono studiati i cambiamenti» di batteri coliformi, dimostrando il contrario! Va bene. Ma è sicuro di aver capito bene ciò che cita? Il Papa non dice che quella teoria «non è dimostrabile sperimentalmente», ma che non lo è «in modo tanto facile». E allora l'entusiasmo ideologico, nel caso basato su escrementi " i batteri coliformi " lo trascina ancora una volta ad erigere, senza ragione, quelle "barriere" che non ci dovrebbero essere. Fa piacere, perciò, leggere domenica qui ("Agorà", p. 2: "Dio, il big bang e l'universo") il grande Stephen Hawking: «L'universo è governato da leggi scientifiche. Certo, si potrebbero considerare opera di Dio. Ma sarebbe un dibattito teologico». Differenze, non barriere!
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