martedì 20 ottobre 2015
Variazioni sul tema… «Rivedere il primato di Pietro». Così sul “Sole24Ore” (18/10). Sui giornali eco un po' stupita per le parole di Francesco: non sono sopra, non sono fuori, non sono sotto. Sono “con”. Con chi? Con il Popolo di Dio che è la Chiesa, mistero e istituzione insieme. Primato? Sì, ma «di servizio». E l'accenno al «fiuto» del Popolo di Dio ricorda quante volte, nel corso di 20 secoli, il sensus fidelium è stato provvidenziale e salvifico per la verità della fede. Del resto basterà ricordare che al Vaticano I la definizione della Infallibilità è attribuita alla Chiesa come tale, e «appropriata» al Successore di Pietro, vescovo della Chiesa «che presiede alla carità». Non si tratta di «rivedere il primato» di Pietro, dunque, ma di tenerlo presente nel suo vero e universale significato all'interno di quella «conversione del papato» sempre necessaria (Evangelii Gaudium). Questo, sabato scorso. E per chiarire domenica ecco l'omelia delle letture, con al centro il tema del «servizio», nella «via dell'umiltà e della Croce». Francesco ricorda che ai suoi discepoli Gesù ha detto che debbono essere il contrario dei potenti della terra che «dominano e opprimono», e cita l'ammonimento: «Tra voi non è così, ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore». Abbassarsi, dunque: testuale nell'omelia. Ecco il segreto. Nel momento in cui canonizzava Louis Martin e Zelia Guerin, i genitori di Teresa di Lisieux, Francesco ha richiamato e descritto la sua definizione programmatica: «La proprietà dell'amore sta nell'abbassarsi». Con le conseguenze necessarie per la vita della Chiesa. È dottrina pura, questa: non dominare, ma servire. I tanti “dottrinari”, che smaniano sui pericoli del tradimento della fede cattolica, ricordino! Questo è «presiedere alla carità», e quindi l'essenza vera del «primato di Pietro».
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