venerdì 30 ottobre 2009
Ieri ("La Stampa", p. 1) Massimo Gramellini sui comportamenti privati dell'attuale mondo politico, con grandi dosi di «ingenuità venata d'autolesionismo». Questo però va ben oltre il "privato" e impazza anche altrove. Mercoledì per esempio ("L'Unità", p. 18: "La Chiesa, non la politica"!) leggo per l'ennesima volta che sul piano politico «quello che complica maledettamente le cose in Italia», impedendo ogni progresso e vera democrazia è «la Chiesa». Perché se oggi «Rutelli e i teodem lasciano il Pd» è per «rispondere all'appello della Chiesa» che appoggia tutti, anche «i dittatori di ieri (il Duce) e di oggi (il Cavaliere)» e in cambio dei loro favori «perdona in anticipo i loro peccati, privati e pubblici». Autolesionismo evidente: è dal 1948 che a sinistra " con l'unica eccezione del Berlinguer della "Lettera al vescovo Bettazzi" " vanno a sbattere contro lo stesso palo. Perciò anche oggi sarebbe «la Chiesa, non la politica», il vero nemico che spiega «tutti» i mali italiani. Nessuna idea che ci siano da sempre valori «non negoziabili» per la coscienza cristiana coerente, e che quindi negando quelli, è inevitabile andare a sbattere in quel «palo» che sta lì da 2000 anni, perché su certi problemi la libera coerenza si impone da sola. Anzi: a Malpelo pare che si insista nel peggio: ieri parecchie pagine danno alle viste la candidatura di Emma Bonino alle regionali nel Lazio, e le stesse pagine evocano il successo della candidata Bonino alle elezioni di qualche anno orsono: 8%, strepitoso e «irripetibile». Nessun giudizio sulla persona, ma basterà per vincere? Volersi male fa sempre male.
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