sabato 8 novembre 2014
Tutto è relativo. Anche le forme di disabilità più gravi come l'autismo. La prova vivente si chiama Jacob Barnett, americano di 16 anni, affetto dalla sindrome di Asperger, parente stretta dell'autismo classico. Oggi pomeriggio, presso la Pontificia Università Urbaniana, gli verrà conferito il Premio internazionale "Giuseppe Sciacca", che da 13 anni assegna questo riconoscimento a persone particolarmente distintesi nel proprio ambito lavorativo o di studio. E il giovane Jacob - quoziente intellettivo pari a 170 - in barba al suo disturbo comportamentale, che secondo i medici non gli avrebbe potuto permettere di leggere e scrivere o perfino di allacciarsi le scarpe, ha già toccato vertici inimmaginabili anche per un suo coetaneo sanissimo. Lo ha fatto nel campo della fisica, la sua disciplina preferita, per la quale si è laureato nell'università dell'Indiana a 11 anni. Adesso si è messo in testa di perfezionare la teoria della relatività di Einstein. Perché, appunto, tutto è relativo, compresi gli ostacoli considerati insormontabili. Premio ben indirizzato dunque, al quale verranno affiancati altri premi speciali. Tra di essi, uno per la cultura al cardinale Raymond Leo Burke, prefetto del Tribunale vaticano per la Signatura apostolica e uno per la medicina al cardiochirurgo Afkensidiyos Kalangos, il "medico dei poveri" che ha operato 16mila ragazzi in tutto il mondo. Tre diplomi di merito e borse di studio andranno anche ad altrettanti ragazzi detenuti che hanno dimostrato di volersi ravvedere sul serio. Perché tutto è relativo. Anche la colpa.
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