martedì 31 marzo 2020
Pavoni: di fronte al Covid-19 (“Foglio” 20/3, p 4) requistoria contro la «Chiesa di Bergoglio»: sarebbe passata «dall'uomo a una dimensione di Marcuse alla Chiesa a una dimensione (di Rahner & Co)», che «vola rasoterra come se le cose di quaggiù fossero più importanti delle cose di lassù». È requisitoria, ma con toni sentenziosi: «Va bene la preghiera, va bene la solidarietà e la carità verso i più deboli... ma da quando si è scatenato questo flagello... poco o nulla si è sentito o letto di realmente, autenticamente cattolico». Incredibile. E ancora: occorre «giusto ordine. Prima il cielo poi la terra. Pensare secondo Dio, non secondo gli uomini... ». A pensare secondo Dio bisognerebbe domandarsi: «È un caso che questa evidente epidemia sia scoppiata in Italia nel bel mezzo della Quaresima? E cosa sta dicendo Dio al mondo intero?». Pronto il rimedio: «Mai come oggi è necessario che la Chiesa torni a essere segno di contraddizione». Forse l'accusatore ascolta solo se stesso e soprattutto, per lui, una Chiesa che coniughi insieme cielo e terra è impossibile! In tanti esortano Chiesa e cattolici a pensare al cielo: alla terra ci pensano loro. Stesso giorno su “Left” (p. 6) leggi una «Passeggiata romana». Sale il lamento: il Papa «è uscito dal territorio Vaticano» persino senza mascherina... E questo Papa «non compare mai mentre prega. Quella foto quindi non ritrae il capo della Chiesa, ma un capo di Stato. Un capo di Stato straniero che attraversa indisturbato un luogo simbolo della capitale di un altro Stato... Quella passeggiata oltre a dire ai fedeli che se il virus uccide è perché così Dio ha stabilito sembra quasi voler affermare chi è che comanda in Italia»! Che dire? Rileggi quel «non prega mai» e capisci in quale pozzo di alienazione sia caduta certa pubblicistica equamente divisa tra bigottismo furbo e incomprensione feroce.
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