mercoledì 29 marzo 2017
La seconda edizione dell'Ascesa dell'individualismo economico di Luigi Ferrari (casa editrice Vicolo del Pavone, pp. 1024, euro 36) arricchisce la già ricchissima prima edizione (2010), di cui a suo tempo ci occupammo anche qui.
Mi limiterò a segnalare un paio di nuclei tematici che mi hanno colpito nella nuova edizione, non senza aver prima ricordato che Ferrari insegna psicologia economica e del lavoro nell'università di Milano-Bicocca, e intende per "individualismo economico" una storica «immane, lunga, dolorosa distruzione di relazioni» pubbliche e private che, negli ultimi anni, ha assunto ritmi convulsi e accelerati.
La prima sottolineatura riguarda lo human enhancement, cioè il "potenziamento umano" che le nuove tecnologie chimiche e biomediche stanno operando sul corpo e sulla psiche per superare i limiti delle capacità umane. I "transumanisti" (tecnoprogressisti) non esitano a manipolare la natura umana per creare un essere umano biologicamente e tecnologicamente superiore; i "tecnoluddisti" (tecnoconservatori) difendono l'inviolabilità della natura umana.
Ma di quale natura umana si sta parlando? Anche i tecnoluddisti devono ammettere che non esistono leggi di natura tecnicamente invalicabili, e che la barriera dello "snaturamento" dell'uomo è legata solo alle scelte etiche. Dal canto loro, i transumanisti rimangono aggrappati alla nozione di natura umana, solo che la identificano con la capacità – solo umana – di modellare e creare il proprio futuro. Insomma, conclude Ferrari, «la natura umana esiste e consiste nel negare la fissità della natura umana: più o meno un paralogismo, come si capisce, comprensibile e giustificabile, appunto, solo sul piano psicologico profondo».
Un secondo punto di particolare interesse è suggerito dalla Postfazione di Edoardo Lozza e A. Claudio Bosio, i quali, constatando le innumerevoli potenzialità estensive dell'Ascesa dell'individualismo economico (evidentemente 1024 pagine sono ancora poche) individuano quattro piste di ricerca. Accenniamo soltanto alla prima, «La connessione clinica fra l'individualismo economico e la personalità della "triade oscura"». La triade oscura (dark triad) «è un costrutto psicologico sub-clinico, quindi non (necessariamente) patologico, costituito dall'intreccio di narcisismo, machiavellismo e psicopatia».
La personalità narcisistica include caratteristiche quali grandiosità, senso di superiorità, bisogno di ammirazione e di dominanza. Il machiavellismo descrive una personalità manipolatoria, dotata di spiccata razionalità, unita a scarsa o nulla considerazione per la morale, con una visione incentrata sul presente e sul guadagno personale nel breve periodo. La componente psicopatica è caratterizzata da mancanza di empatia e da incapacità a provare colpa, rimorso o lealtà verso alcuno.
Ebbene, scrivono i due autori, «le "personalità oscure raggiungono spesso ruoli apicali e di successo nelle imprese produttive, cosicché molti top manager sarebbero caratterizzati da narcisismo, machiavellismo e/o psicopatia», con gravi conseguenze sul personale aziendale. Inoltre, le stesse "personalità oscure" ai vertici aziendali «possono essere spesso alla base di gravi crisi organizzative» provocate da leadership distruttive. E c'è chi ipotizza che la crisi economica globale del 2008 sia almeno in parte dovuta a "personalità oscure" ai vertici di molte grandi aziende, soprattutto finanziarie.
Questi due sbrigativi assaggi danno un'idea della ricchezza del volumone, anche dal punto di vista metodologico. Luigi Ferrari, infatti, mobilita psicologia, economia, sociologia, letteratura (ha scritto anche un libro su Kafka, lucido interprete dell'individualismo economico), per un'analisi della contemporaneità che sembra avviata alla crossvergence, cioè all'ipotesi che tutti i Paesi, con la globalizzazione, tendano a un unico modello culturale e delle relazioni sociali e interpersonali.
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