giovedì 5 marzo 2015
Una “donnaccia” si materializzò per qualche giorno in paese e parole prima sussurrate, ed altre ancora più brutte, correvano di bocca in bocca. Si diceva fosse alla fine e avesse voluto venire a salutare i genitori o a chiedere soldi o implorare il perdono. Aveva un non so … ai miei occhi era bella, era sciupata, era l'immagine di una vita che solo ora, ormai vecchio, posso qualificare come abusata.Non era una donnaccia, non poteva esserlo, era evidente — perché nonna tutti la trattano male? — La mia domanda era di quelle che fanno tremare il mondo, riguardano cielo e terra, e si crea una situazione d'attesa cosmica come per una sentenza di Re Salomone. Mia nonna mi prese per mano e ci sedemmo alla finestra, cercava di riordinare le idee, doveva spiegarmi per quel che si può, se no a cosa serve una nonna? Una famiglia? Le generazioni?— Il Signore ha detto: le prostitute vi precederanno nel regno dei cieli. Bisogna stare attenti nel giudicare le persone. — Non è una donnaccia, vero? — No, non lo è. -Poi scomparve lasciando una scia di tristezza e dolore, lasciandomi il senso di una complessità, nella vita dei grandi, che col tempo avrei conosciuto. Quando si parla di prostituzione qualcosa non mi torna: — chi la vuole abolire intende abolire anche il regno dei cieli? -
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