domenica 18 ottobre 2009
Ieri mattina in radio da Udine Marco Cappato, radicale, dà i numeri di inchieste per lui inconfutabili: la stragrande maggioranza degli italiani e buona parte dei cattolici praticanti vuole dalla legge sul biotestamento la libertà di morire e sulla legge 40 approva lotta e proteste dei radicali. Lo prendi sul serio o gli suggerisci di chiedersi come mai quando si arriva al voto, elezioni o referendum appositi, queste stragrandi maggioranze svaniscono sempre? Mistero buffo! Apro «L'Osservatore» e, nei giorni del Sinodo per l'Africa, trovo in prima il forte «appello» del Papa per la Giornata mondiale dell'alimentazione: «Più investimenti per l'agricoltura dei paesi poveri»! Anche Avvenire, grande titolo in prima: «Lotta alla fame: il diritto al cibo è un diritto umano». Un tema che tocca la vita di miliardi di uomini. Sugli altri giornali niente! Proprio così: non poco, niente! Eppure il Papa interessa. Infatti La Stampa ha l'intera pagina I di Tuttolibri sui «giardini del Papa» e Repubblica (p. 39) segnala sul web «7 pianoforti per il Papa». E si sa: se il Papa avesse detto anche solo due parole, anche a un solo collega sul preservativo, sarebbero pagine e pagine. Ma qui si tratta «solo» della morte per fame di un miliardo di persone. Dunque: da Udine si strilla sul "diritto di morire" dei sazi, ma che nel mondo nilioni e milioni di persone muoiano di fame pare non interessi a nessuno. Qualcuno mi dirà che no, che «la lotta alla fame nel mondo» è da sempre cavallo di battaglia di quelli riuniti a Udine. Sì, ma i loro rimedi sono più contraccezione e più aborti: la differenza pare decisiva.
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