sabato 16 settembre 2017
Esistono canzoni che, quando sei giù, sconfortato e magari pure rabbioso, ti si siedono accanto. Ti cingono le spalle con le loro note, ti indicano nuovi orizzonti con le loro parole. Capita anche con taluni dischi pop, tipo quelli dei Pooh, e con certe loro canzoni. Canzoni come Ascolta.
«Se un temporale ti ha fermato sulla strada in qualche posto in cui nessuno passa mai, se un improvviso arcobaleno ti fa quasi pensare che quella è la firma di Dio... Ascolta il vento asciugare l'erba, senti cantare il sole... Ascolta i vecchi che hanno voglia di ballare, e le domande di un bambino appena nato che crede a qualunque risposta gli dai... Ascolta l'uomo e le sue distanze, la fame e le speranze... Ascolta, guarda, respira... Ascolta quello che siamo, quanto odiamo, quanto amiamo... Ascolta l'acqua e la sua memoria, l'uomo e la sua miseria... Prima di mettere le mani addosso a chi ti ha solo capito male, ascolta dentro te stesso... Senti pregare chi non ci crede, e le poesie di un carabiniere: ascolta, fatti stupire... Cambiare... Guarire... Ascolta quello che hai dentro al petto, e che non hai mai detto!».
I Pooh, già. Ma davvero, i Pooh sono stati soltanto un gruppo pop? E soprattutto, ma come scriveva bene per loro quel pazzo, timido, tenero poeta che si chiamava Valerio Negrini…
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