giovedì 28 maggio 2015
Arroganze. La prima comincia sulle pagine di "Italia Oggi" (16/5, p. 9): "il comunismo è caduto, ma le sue parole riemergono nei sacri palazzi, così sensibili agli appelli di quel marxismo camuffato che fu la teologia della liberazione". Gianfranco Morra, e chi lo conosce non si stupisce, s'indigna. Ha una sua idea irremovibile della teologia della liberazione, e non si è nemmeno accorto che anche il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, cardinale Mueller, ha messo in chiaro che la vera teologia cattolica o è della liberazione, quella integrale portata da Gesù, o non è né teologia né cattolica… Lui vede i "sacri palazzi" marxisteggianti e lamenta: "Nella sua commossa omelia per la Pasqua papa Bergoglio ha condannato i mercanti di armi. Giusto, ma forse c'entravano anche gli islamici"! Vera stranezza! Certo, poteva "entrarci" tutto, ma chi avrà detto a Morra che i mercanti d'armi sono tutti cristiani? Altra stranezza, e seconda arroganza. Pino Corrias ("Il Fatto", 26/5, p. 7): "Matrimoni gay, la Chiesa forse ha scoperto la realtà". Breve il suo pensiero, se così può chiamarsi, ma incipit ciceroniano, da ablativo assoluto: "Trattandosi ogni religione di una sedimentata narrazione collettiva (per lo più ideata da maschi paranoici e da donne inspiegabilmente in estasi), la fabbrica teologica del Vaticano verrà prima o poi a capo anche di questa faccenda delle nozze gay da concedere alla masticazione del suo gregge che già l'ha digerita". Segue bignamino offensivo di due millenni ove leggi che "le menti migliori della nostra chiesa cattolica… in una manciata di secoli hanno concesso l'anima (persino) ai negri", e a lui persino "il permesso" di "leggere… Moravia". Lui ha letto "La noia". Tu leggi lui e il pensiero corre a J. P. Sartre: "La nausea"...
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