domenica 22 dicembre 2002
«Il Bambin Gesù era l'idolo di una certa Teresa che viveva ad Avila in Spagna. Era una squilibrata, tanto che l'hanno portata anche in un manicomio di Toledo. Si tratta di Santa Teresa del Bambin Gesù, che ha fatto carriera ed è diventata famosa». La celebrazione del Natale, che l'Unità, sulla sua prima pagina, ha affidato a Paolo Villaggio (venerdì 20), comincia con questo svarione. C'è sempre qualcuno che scrive senza leggere e senza vedere (infatti, scrive due volte «cechi» per «non vedenti»). Naturalmente c'è Natale e natale e dunque c'è anche l'antinatale dei postcomunisti, i quali, non avendo di meglio, si riducono al solito e spremuto Fantozzi, che notoriamente ritiene di essere un comico. Per raccontare «i peggiori Natali» della sua vita lui mette insieme mezza bestemmia (l'ha scritta per metà, ma in modo che si capisca bene ciò che vuole dire), parolacce intere, allusioni oscene a San Giuseppe, volgarità di sesso, battute demenziali e insulti (ma questi sono fatti suoi) alla memoria di suo padre. Anche se, accanto a questo pubblicano articoli di eminenti personalità ecclesiastiche, i postcomunisti dell'Unità non dimenticano il loro vecchio anticlericalismo di bassa lega. L'altro ieri Furio Colombo invece che in redazione era a Parigi per un convegno sulla pace. O Fantozzi è sfuggito al suo controllo o il direttore dell'Unità non sapeva che il Bambino Gesù ha promesso la pace agli uomini di buona volontà, ma che c'è qualche dubbio che la garantisca anche a chi la sbeffeggia. LA PRIMA PAROLA Quello che avrebbe detto venerdì a Parigi, Colombo l'ha scritto giovedì 19 sull'Unità. È una specie di endecalogo in sé niente male, che s'inizia affermando: «La vita umana è azione» e che, al punto 6, dichiara. «La cultura della pace per esistere non può nascere dopo o al momento della guerra. La pace comincia prima. Comincia nell'educazione della prima infanzia...». In realtà la pace comincia prima ancora. Lo aveva ricordato Paolo VI nel messaggio per la Giornata della pace del 1977. La questione di fondo, scriveva quel grande Papa usando la maiuscola, è «la concezione che il mondo ha della Vita umana [...] La parentela fra la Pace e la Vita sembra scaturire dalla natura delle cose, ma non sembra, non ancora, dalla logica del pensiero e dalla condotta degli uomini». E a proposito della vita come azione: «Se la logica del nostro operare parte dalla sacralità della Vita, la guerra è virtualmente squalificata». Perciò «ogni delitto contro la Vita è un attentato alla pace, specialmente se esso intacca il costume del popolo, come spesso diventa oggi, con orrenda e talora legale facilità, la soppressione della vita nascente con l'aborto». Il fantozziano direttore dell'Unità, che l'aborto spesso lo difende, ha scritto undici belle "parole", ma ha dimenticato la prima: «Ogni delitto contro la Vita è un attentato alla Pace». ANIMALI UMANI Per i bambini da nascere non ci sono diritti. Per gli animali arriva addirittura - annuncia La Repubblica (venerdì 20) - addirittura «la Carta dei diritti». Invece per gli animali da macello Corriere della Sera e Giornale pubblicano un appello di ben 171 deputati e senatori di ogni parte politica, i quali chiedono per loro «trasporti più umani». LA DONNA DI REPUBBLICA Mi arriva la lettera di una lettrice che La Repubblica non ha voluto pubblicare. Parla del rotocalco del sabato: La Repubblica delle Donne. Quali donne? Per La Repubblica
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