venerdì 27 settembre 2002
 
Che la stagione fredda stia per cominciare si capisce anche dalle bancarelle di mostarda che cominciano ad apparire nei mercati rionali. Nel passato, fare la mostarda utilizzando frutta, ma anche qualche ortaggio, era un metodo per conservare i prodotti e per dare un po" di sapore ai cibi poveri che avrebbero accompagnato l"inverno.Oggi la mostarda (del tipo di Cremona) è un vezzo che piace anche ai giovani. Non sono moltissimi gli utilizzi in cucina, e il posto principe di questa salsa piccante e dolce è con le carni lesse. Il bollito di carne con la mostarda è infatti il piatto della festa di tutta la pianura padana, e chiede, come abbinamento con i vini, un bicchiere di forte impatto, molto intenso e molto persistente. Il più indicato in assoluto è un vino raro piemontese prodotto in sei comuni del Monferrato astigiano: si chiama Ruché. Il suo carattere importante unito a un"aroma amabile, lo trova perfetto accanto a una gallina lessa con la mostarda. A questo punto, però, meritano d"essere citati due piccoli artigiani lombardi che stanno conquistando i ristoranti e le boutique del gusto di ogni parte col loro prodotto raffinato.Paola Calciolari de Le Tamerici, fa la mostarda di anguria bianca nel paese che diede i natali a Virgilio, in provincia di Mantova e i suoi prodotti (anche con le prugne, la cipolla, i fichi) li accosta a carni e formaggi abbastanza stagionati.Chi invece si azzarda ad accostamenti anche con il cioccolato o i salumi è Giuseppe Luccini di Cicognolo (Cremona) che fa quattro tipi di mostarda senapata. Ecco quella di frutta mista (classica), quella di agrumi, quella di mele pere e quella di frutta mista con la buccia per conservare il valore nutritivo delle vitamine. Un carosello di sapori che spinge anche a provare accostamenti inconsueti e creativi in cucina e che fa venire sete solo a parlarne.
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