Innovatore nella pastorale, padre per il clero e gli ultimi
venerdì 7 giugno 2019
La creatività pastorale, la capacità di rispondere alle esigenze del proprio tempo, l'attenzione agli ultimi: sono gli ingredienti più “tradizionali” della ricetta della santità per un buon pastore. Questi furono i capisaldi dell'opera del vescovo sant'Antonio Maria Gianelli. Nato nel 1789 a Carro (La Spezia), nel 1812 divenne prete a Genova: il suo primo impegno fu presso la chiesa di San Matteo. Dal 1826 al 1838 fu arciprete a Chiavari, dove fu fautore di diverse innovazioni pastorali e di alcune istituzioni caritative, educative e di sostegno al clero. Nel 1827 diede vita a un'opera per le missioni popolari rurali, i Liguoriani, e nel 1829 fondò la congregazione delle Figlie di Maria Santissima dell'Orto. Nel 1838 divenne vescovo di Bobbio. Qui riorganizzò i Liguoriani nella congregazione degli Oblati di Sant'Alfonso. Morì di tisi a Piacenza il 7 giugno 1846.
Altri santi. San Coloman di Druim Mor, vescovo (VI sec.); San Roberto di Newminster Abate (1789-1846).
Letture. At 25,13-21; Sal 102; Gv 21,15-19.
Ambrosiano. Ct 7,13a-d.14;8,10c-d; Sal 44; Rm 8,24-27; Gv 16,5-11.
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