venerdì 9 settembre 2005
Antireligione come Hotel. Cinque stelle mercoledì sul "Manifesto"(p. 1 e 12): paginone di Slavoi Zizek tutto fremito contro Chiesa e religione cristiana. Titolo enorme: "L'immunità sull'altare del peccato"I peccati necessari". La tesi: ogni genere di perversione è elemento essenziale della Chiesa, ove "tutto è tollerato, anche le più turpi aberrazioni, per il mantenimento del mistero(? Ndr) del sacerdozio"! E ti ci puoi mettere a competere, tu, con una folgorazione del genere? No. La lasci al "Manifesto" e ti contenti di rimanere in cammino con Gesù di Nazaret, S. Paolo, S. Agostino, Teresa d'Avila, Teresa di Calcutta, Roger Schutz, ecc. Va bene. Quattro stelle, invece, e per la sostanza anche 5, ieri su "Repubblica" (p. 35) a Michel Onfray. Di lui si era già letta, qui, qualche barzelletta per la penna del solito Odifreddi, ma ora scrive di persona spiegando fin dal titolo "Perché Dio non muore mai": non esiste infatti, perciò non può morire! E così "l'immaginario resiste molto più del vero". Lui proclama sicuro che la religione come tale "manda a morte la ragione, l'intelligenza e lo spirito critico", ma raccomanda la noncuranza del problema perché - qui la rivelazione - lo stesso annuncio della morte di Dio "ha scatenato la gara a produrre divino e religione"! Dio è come il caffè: più lo mandi giù e più si tira su. E allora? Tra l'allegro per sé e lo sconsolato per gli altri ecco la ricetta: lasciare Dio nel "bestiario mitologico" cui appartiene. Stelle: Zizek ce l'ha con la Chiesa, Onfray ce l'ha con chi crede in Dio, e anche con chi non ci crede, perché così lo fa esistere nell'immaginario. Tutto da rifare!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI