domenica 19 ottobre 2008
Per indicare l'insieme del mondo della anormalità sessuale l'Unità usa la sigla «Lgbt» (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali o transgender), cui Liberazione aggiunge la "q" di queer. Quest'ultima è una parola inglese ("strano", "bizzarro"), che deriva dal tedesco quer ("trasversale" o "di traverso") e da sola indica in generale le realtà cui si è accennato. Il mondo Lgbtq è molto vicino al femminismo estremista, da cui ha derivato il proprio linguaggio e Liberazione (martedì 14) ne dà un saggio nella cronaca di un convegno bolognese contro «le nuove forme di disciplinamento dei corpi» (le «ordinanze repressive dei sindaci sceriffi» in materia di prostituzione di strada), che si ottiene " scrive " «attraverso l'interiorizzazione del principio della rispettabilità» e «abbattendosi come una scure sulla parte più debole del mercato del sesso». Il convegno lgbtq ha reclamato «la possibilità di autodeterminarsi e di vivere liberamente la propria vita o la propria morte fuori dal sistema familista». La famiglia, infatti, sarebbe soltanto «vuota retorica» e «luogo elettivo di esercizio della violenza maschile contro le donne». Quanto alla violenza, essa è definita «il prodotto diretto dell'industria della paura costruita attorno alla retorica della sicurezza e funziona oggi come dispositivo di restaurazione e riproduzione del patriarcato». L'antifamilismo qui è tale da condannare persino quella «parte del movimento glbt» che, con la sua «insistenza» nel fare «della battaglia sulle unioni civili la propria quasi esclusiva ragione sociale», ha «rafforzato la famiglia patriarcale». Famiglia rafforzata? Mondo davvero queer, bizzarro e con la testa di traverso.

A CIASCUNO IL SUO
Domenica scorsa Liberazione tentava di documentare come la famiglia sia la culla della violenza letale e riportava sei casi di donne uccise dai loro uomini. Sennonché uno solo riguardava la famiglia e gli altri cinque erano di coppie di fatto. Ora il Corriere della sera (giovedì 16), presentando un rapporto del Ministero dell'Interno sui «delitti tra le mura di casa» («Uno su quattro»), titolava: «Omicidi in famiglia: è la nuova emergenza». Nel testo, però, precisava che «nella maggioranza dei casi è il coniuge, il convivente, il fidanzato maschio» a uccidere la propria compagna. Convivente, fidanzato? Ma quale famiglia? Diamo ai Dico, ai Cus e ai Didorè i delitti che loro spettano.

PAURA GIUSTIFICATA
Il discorso in cui il Papa ha parlato della ricerca scientifica, dell'etica e delle possibili tentazioni, per gli scienziati, del "facile guadagno" e di "sentirsi come Dio" ha fatto arrabbiare qualcuno: dimostrazione che aveva colpito nel segno. Il matematico Piergiorgio Odifreddi, per esempio, intervistato da La Stampa (venerdì 17) ha tentato l'ironia: «Ratzinger ha paura della nostra etica laica». Beh, se l'etica laica è quella che conosciamo (l'aborto, gli embrioni fatti morire con la fecondazione artificiale, con la selezione e l'abbandono di quelli superflui o malati, la clonazione terapeutica, l'eutanasia, il suicidio assistito, eccetera), c'è davvero da aver paura.
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