mercoledì 6 novembre 2013
Due novembre, "Memoria" dei defunti: malintesi e sorprese. Su "Libero" (pp. 1 e 16 quasi intera: «Sondaggio su gay e divorzio. Se pure il Papa sfodera Piepoli») Mario Giordano strilla che «la Chiesa cade nel peccato di sondaggio» e mostra di non aver capito il senso del prossimo, anzi dei due prossimi Sinodi episcopali, annunciati da papa Francesco. Inutile inseguire le ironie facili e vuote che subito "sfodera" in pagina – «chiesa dal basso», «sfruttare l'onda lunga della simpatia on line», «piacioneria» e «imbellettamento mediatico della Santa Chiesa». Se fosse stato ieri alla presentazione dei documenti di cui pure parla, forse avrebbe capito che si tratta semplicemente, come ha detto monsignor Baldisseri, di «conoscere realmente la situazione attuale» della comunità cristiana e cattolica nel mondo… «Ascoltare» non vuol dire prendere piattamente atto, ma poter rispondere con cognizione di causa. Vale anche per la vita della Chiesa, e non è "democrazia", ma dovere dei Pastori delle pecore: conoscerne l'odore, anche per individuarne problemi e malanni... Stesso giorno, due sorprese. Su "Repubblica" (p. 26: «La tentazione del pugno di ferro», Augias risponde al forte lamento di una lettrice sulla «situazione inimmaginabile» del nostro Paese e riesce a farlo senza cedere alla proposta disfattista e «assurda» di rinunciare alla sovranità nazionale e insieme senza cadere nel consueto ritornello che da noi accusa di tutto, o quasi, Chiesa e cattolici. Ancora: lì sotto, sempre 2 novembre, Michele Serra riflette sul vivere e sul morire tra malinconia e fatalismo, ma con questo finale: «Buon due di novembre ai vivi e ai morti, che come ognuno sa sono in mezzo a noi. Altro che Halloween». Ecco: i morti «in mezzo a noi»! In un certo senso davvero così: un barlume di speranza "oltre"…
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