sabato 24 settembre 2016
«Petaloso» non ce l'ha fatta. In molti avrebbero scommesso che l'invenzione linguistica più trendy dell'anno, che si deve al piccolo Matteo e ai suoi otto anni di spensieratezza vissuti in provincia di Ferrara, sarebbe entrata a far parte del vocabolario ufficiale della lingua italiana. E invece l'edizione 2017 dello Zingarelli non la include tra i suoi 250 neologismi, perché come ha spiegato il curatore del dizionario «prima che un termine sia accettato tra le nuove entrate deve dar prova di non essere una moda passeggera», resistendo almeno un anno e mezzo all'uso comune.Scoprire quali siano le nuove parole ufficialmente "ammesse" a far parte della lingua italiana non è solo un divertissement. Perché l'evoluzione del linguaggio è una fotografia straordinariamente nitida delle nostre abitudini di vita e del nostro modo di pensare, una sorta di "zoom" sulla società italiana che ci costringe a fare i conti con aspirazioni, tic e manie. Viste terribilmente da vicino.Non è un caso, dunque, che quest'anno abbiano fatto ingresso ufficiale nella lingua italiana numerosi termini che appartengono al gergo del web e dei social media come trollare (inviare messaggi offensivi in una comunità digitale), emoij (le faccine tristi, sorridenti o sbalordite con cui accompagniamo i messaggi inviati da smartphone) o doodle (il logo di Google). Le nostre "esperienze" nel mondo digitale sono diventate infatti, ormai a tutte le età, una parte decisiva della vita quotidiana e del sistema di relazioni con gli altri, in grado troppo spesso di soppiantare incontri e frequentazioni de visu. È altrettanto significativa la conquista dello Zingarelli da parte di termini come pulsata (la luce usata per ringiovanire la pelle), picotage (la tecnica per rivitalizzare la pelle del viso mediante punturine di acido ialuronico) e vigoressia (l'ossessione per muscoli e forma fisica): indicatori evidenti della "sbandata" della nostra società per l'estetica come valore assoluto, per il tempio del corpo come surrogato dell'anima. Nella lista dei neologismi "codificati" dallo Zingarelli compaiono infine anche antieuropeismo e antieuro, parole d'ordine dei movimenti anti-sistema che animano costantemente i dibattiti su tv e Internet.La fotografia dell'Italia vista dalle pagine del vocabolario non è così confortante, evidentemente. Ma ciò che conta davvero è la combinazione di nuovi e vecchi termini in visioni, pensieri e vite, che per fortuna nessun dizionario potrà mai restituirci.@FFDelzio
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