sabato 5 aprile 2014
I problemi restano, come le tensioni con la minoranza serba. Ma il Kosovo torna a volare. Un ulteriore segnale, positivo, del lavoro svolto dal contingente internazionale inviato a portare pace nella ex provincia serba indipendente dal 2008. Così ieri, dopo 15 anni dall'inizio della missione militare a guida Nato, è stato riaperto il traffico aereo civile sopra i cieli del Kosovo.L'accordo tecnico siglato poche settimane fa dal comandante della missione multinazionale in Kosovo (Kfor), il generale italiano Salvatore Farina, e le autorità di gestione del traffico aereo civile, è «da considerare uno dei più importanti passi avanti verso la normalizzazione di questo Paese» ha affermato la Kfor segnando la fine della famigerata no fly zone. Il gestore di queste tratte sarà l'agenzia ungherese HungaroControl. Al di là dell'atto simbolico, i vantaggi saranno comunque concreti. Ora, infatti, sarà possibile effettuare il sorvolo diretto da parte di velivoli civili dello spazio aereo del Kosovo lungo le rotte internazionali. E questo consentirà «di accorciare notevolmente la distanza geografica tra i Paesi della regione balcanica, ma non solo. L'Europa stessa è adesso più vicina», come ha ribadito il generale Farina. Che ha sottolineato un dato su tutti: i circa 180mila velivoli che sorvoleranno il Kosovo in un an3no «accorceranno le rotte di quasi 370mila miglia nautiche per un risparmio complessivo che si aggira attorno ai 18 milioni di euro a favore delle compagnie aeree e, di conseguenza, dei passeggeri».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI