giovedì 3 luglio 2008
Buona volontà, esperienza e" qualche limite. Su "Magazine" del "Corsera" (26/6) fa bene Giorgio Dell'Arti a dedicare il suo "Fatto in gocce" alla proclamazione dell'Anno Paolino. Per lui san Paolo è "l'uomo della comunicazione" e infatti aggiunge che "i paolini con le edizioni San Paolo sono quelli che si occupano di fare giornali e tv". Un po' sbrigativo, ma va bene. Però poi Dell'Arti spiega che "se l'anno è dedicato a san Paolo, significa che la Chiesa si accinge a uno sforzo di comunicazione speciale". Vero, guardando al mondo intero, ma qui sorprende il seguito: "Si sa per esempio che Raiuno progetta " Ndr: da qui il testo è in grassetto, per attirare l'attenzione del lettore " una lettura integrale della Bibbia, da fare per una settimana consecutiva, senza interruzioni, saltando da un canale all'altro". Domanda: ma se è "Raiuno", come potrà saltare "da un canale all'altro"? Qui qualcosa non fila. E non basta. Dell'Arti ricorda poi che "l'iniziativa è coordinata da Minoli per la Rai e da monsignor Ravasi per il Vaticano". Che dire? Ottimo: il meglio del meglio, da ambedue i lati, e lo scrivo per conoscenza diretta fondata su "fatti", e non solo "in gocce". Benissimo dunque, ma con l'aria che tira su certe pagine, poteva mancare una frecciatina sulla Chiesa? Giammai! Eccola infatti: "La Chiesa vorrebbe il più possibile il prime time"". Rileggi: "lettura integrale, per una settimana consecutiva, senza interruzioni". Come potrebbe essere tutto "prime time"? Bastava ragionare un pochino, neanche troppo, e ci si risparmiava la frecciata. Ma è la moda laica: un trappola per tutti.
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