sabato 9 giugno 2018
Tre indizi fanno una prova. Ieri nel giro di qualche ora si sono succedute l'impennata dello spread sui mercati finanziari, l'allarme del Governatore di Bankitalia Visco secondo cui «con il passo più lungo delle gamba si rischia il burrone», la sorprendente (solo in apparenza) affermazione del presidente dei Giovani industriali Alessio Rossi che ha detto «no grazie alla flat tax se è insostenibile per le casse dello Stato». Questa sequenza è la prova, appunto, della spasmodica e preoccupata attenzione con cui istituzioni finanziarie, mercati e imprenditori – ovvero i principali protagonisti di questa era della storia globale – guardano alla "nuova spesa pubblica" che il Governo Conte vorrà mettere in campo. Si tratta dunque di un momento molto delicato, per il neonato esecutivo, che nelle prossime settimane dovrà passare rapidamente dal Contratto (libero) tra due forze politiche al Governo (vincolato) del Paese. La selezione delle priorità nell'ambito della politica economica, con il complesso iter della Legge di Bilancio già alle porte, sarà vitale per la credibilità del Governo e per il futuro prossimo del nostro Paese.
Sul tema è utile prendere a riferimento ragionamenti e proposte presentati ieri dal leader dei Giovani industriali a Rapallo. Dal suo intervento emerge, per esempio, che una nuova edizione della flat tax a favore delle imprese non è considerata una priorità dagli imprenditori juniores. Meglio forse iniziare dalle famiglie e dai redditi Irpef, che oggi sopportano da soli ben l'80% del peso complessivo delle imposte e che determinano il clima prevalente nel Paese, per dare una scossa ai consumi? Altra indicazione interessante riguarda la Legge Fornero: la sua annunciata revisione sarebbe «ingiusta» perché rischierebbe di indebitare ulteriormente le generazioni più giovani, su cui già grava un conto salatissimo lasciato da quelle precedenti. Meglio investire su un welfare «ricostruito» sulle esigenze (e sulla mancanza di garanzie) dei giovani italiani e capace di sostenere le donne lavoratrici, che per oltre la metà abbandonano il lavoro dopo il primo figlio. Ancor meglio sarebbe - sulla base dell'efficace lista di priorità enunciata da Rossi - focalizzare gli investimenti sulla competitività delle Pubbliche Amministrazioni, allineandole al «salto 4.0» fatto dall'industria manifatturiera. Partendo da un dato di fatto: come si fa a rendere competitiva un'amministrazione pubblica che risulta la più vecchia d'Europa (per età media dei suoi dipendenti), a causa di un blocco del turnover che di fatto non è stato ancora superato?
Almeno per omogeneità anagrafica, il giovane Governo del cambiamento dovrebbe ascoltare con attenzione queste indicazioni. La speranza è che lo faccia rapidamente, per passare davvero dal Contratto al Governo.
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