venerdì 11 settembre 2009
«Se il Papa si "riconcilia" con l'arte contemporanea»: ieri così titolava "Repubblica" (p. 51) con quel 'riconcilia", pur tra virgolette, del tutto insensato riferito all'oggi. Ma quale Papa, e quando, dichiarò guerra all'arte contemporanea? Mistero. Tra l'altro Paolo VI fu grande cultore e intenditore di arte contemporanea, e suo a conclusione del Concilio (8/12/1965) fu lo splendido "messaggio", amichevole e pieno di stima, rivolto proprio agli artisti. Sempre ieri, "Messaggero" (p. 12) leggo una fiera protesta contro il Documento della Santa Sede circa l'insegnamento della religione nelle scuole, e destinato alla Chiesa in tutto il mondo. E chi protesta? "Il segretario del partito socialista Nencini", che definisce il documento "inaccettabile". E perché? Testuale: "non si può negare il diritto alla multiconfessionalità, perché vorrebbe dire discriminare i non credenti". Restando - modestamente in Italia, che ne direbbe, Nencini, di protestare contro l'insegnamento dell'italiano, che vorrebbe dire negare la pluralità delle lingue parlate dai cittadini immigrati e, stando stretti al suo evocare i "non credenti", discriminerebbe soprattutto"i muti? Malpelo ricorda un ciclista famoso, tempo fa, che si chiamava Nencini, e di nome Gastone, e allora ricorda un altro "Gastone", interpretato dal grande Petrolini, che faceva ridere, sì, ma non era segretario di un partito. Siamo peggiorati, nel ciclismo, nella politica, e nella comicità"Vale anche per "Repubblica", sempre ieri, con Adriano Prosperi "compagno" di Nencini. E' andato via anche Mike e l' "Allegria!" suona più difficile che mai.
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