Amato dal «popolo» per la sua saggia umiltà
giovedì 3 marzo 2016
La timidezza aveva spinto il beato Innocenzo da Berzo, al secolo Giovanni Scalvinoni, ad entrare in convento tra i frati minori cappuccini dopo alcuni anni da sacerdote diocesano a Brescia. Ma da religioso divenne ben presto un padre particolarmente caro al popolo, uno di quei testimoni la cui umiltà attrae i semplici ed edifica i potenti. Era nato in provincia di Brescia, a Niardo, nel 1844; venne ordinato sacerdote nel Seminario di Brescia nel 1867. Divenne poi vicario a Cevo e, due anni più tardi, vicerettore del Seminario bresciano. Poi fu viceparroco a Berzo Inferiore, ma sentì l'esigenza di una vita ritirata: divenne cappuccino nel convento dell'Annunciata di Cogno, dove visse per 14 anni. Fu predicatore in diversi conventi ed ebbe numerose esperienze mistiche. Morì nel 1890 a Bergamo a causa di una malattia.Altri santi. San Tiziano di Brescia, vescovo (V sec.); santa Teresa Eustochio Verzeri, vergine (1801-1852).Letture. Ger 7,23-28; Sal 94; Lc 11,14-23. Ambrosiano. Gen 25,5-6.8-11; Sal 118,81-88; Pr 12,17-22; Mt 6,25-34.
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